Attualità Italiana

Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci: l’aborto, l’autodeterminazione, il dolore

Tra le opere più importanti di Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato che racconta tanto di lei ma anche del mondo intorno a lei. Un libro scritto 60 anni fa moderno più che mai

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Lettera a un bambino mai nato, pubblicato nel 1975, è uno dei libri più intensi e sofferti di Oriana Fallaci. Un’opera che scava nelle profondità dell’animo umano e porta alla luce interrogativi universali sulla maternità, la vita e la libertà. Con uno stile diretto e incisivo, la scrittrice dà voce a un monologo interiore di straziante bellezza, in cui la protagonista, una donna incinta, dialoga con il figlio che porta in grembo e che mai vedrà la luce.

Lettera a un bambino mai nato: un grido di dolore e di ribellione

Il libro si sviluppa come una lunga lettera, un dialogo intimo e allo stesso tempo drammatico tra la madre e il figlio mai nato. La donna si interroga sulla possibilità di mettere al mondo una vita in una società crudele, ingiusta, dominata dalla violenza e dall’ipocrisia. Fallaci, con la sua consueta forza espressiva, affronta con coraggio la tematica dell’aborto, non in termini ideologici, ma come esperienza esistenziale, scandagliando il senso di colpa, la paura e il dolore che accompagnano una simile scelta.

Il romanzo si trasforma così in un’accusa feroce contro una società che impone alla donna ruoli prestabiliti, che la giudica in ogni scelta, ma che al contempo non le concede la libertà di autodeterminarsi. La maternità diventa il simbolo di un conflitto interiore ed esteriore, un dilemma che non ha risposte semplici e che porta la protagonista a scontrarsi con il proprio destino.

«Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d’un tratto, in quel buio, s’è acceso un lampo di certezza: sì, c’eri. Esistevi. Mi si è fermato il cuore»

Un’opera autobiografica

Negli ultimi anni, dopo il ritrovamento dello scritto originale da parte del nipote di Oriana Fallaci, è emerso con maggiore chiarezza quanto Lettera a un bambino mai nato sia un’opera profondamente autobiografica. La scrittrice stessa ha vissuto il dramma di una gravidanza interrotta, un dolore intimo e personale che ha saputo trasformare in un’opera universale. Il manoscritto originale ha rivelato note e riflessioni che confermano quanto la vicenda narrata fosse radicata nell’esperienza diretta dell’autrice. Questo elemento aggiunge ancora più autenticità e forza emotiva al romanzo, rendendolo non solo una straordinaria riflessione sulla maternità, ma anche un testamento del vissuto di una donna che ha sempre lottato per la sua libertà.

Il libro, raccontò Oriana Fallaci, nacque da una richiesta dell’allora direttore de L’Europeo, Tommaso Giglio, il quale le commissionò un’inchiesta sull’aborto, concedendole quattro mesi di tempo e piena libertà sui contenuti. Tuttavia, invece di consegnare il reportage richiesto, sei mesi dopo la giornalista si presentò con un manoscritto che sarebbe poi diventato il libro.

Nel 1993, la stessa Fallaci rivelò che Giglio non le perdonò mai questa deviazione dall’incarico assegnato e, per quindici giorni, si rifiutò di rivolgerle la parola.

Nel agosto 2015, il nipote e erede della scrittrice annunciò di aver ritrovato, in un cassetto dell’appartamento newyorchese della zia, il quaderno contenente il manoscritto originale dell’opera, intitolato in inglese Letter to Neverborn Child e risalente al 1967. Questo ritrovamento conferma che l’origine del testo, chiaramente autobiografico e legato all’aborto spontaneo subito dalla Fallaci, deve essere retrodatata.

Lettera a un bambino mai nato: voce della coscienza femminile

Uno degli aspetti più rivoluzionari di Lettera a un bambino mai nato è la sua capacità di dare voce alla coscienza femminile in un’epoca in cui la discussione sull’autodeterminazione della donna era ancora acerba. Fallaci dipinge la protagonista come una donna moderna, indipendente, ma allo stesso tempo fragile di fronte all’immensità del dubbio che la maternità porta con sé. La domanda principale che attraversa l’intero libro non è tanto “Voglio essere madre?”, ma “Ho il diritto di far nascere un figlio in questo mondo?”.

L’angoscia della protagonista, la sua lotta contro i condizionamenti imposti dalla società e il dolore del suo destino sono universali. Ogni donna, ogni madre – o ogni donna che abbia anche solo immaginato la maternità – può riconoscersi nel suo tormento. Fallaci non si limita a scrivere un libro, ma incide nella coscienza collettiva un dilemma morale che trascende il tempo e lo spazio.

Lettera a un bambino mai nato: uno stile tagliente e commovente

La prosa di Oriana Fallaci in questo libro è asciutta, senza fronzoli, ma al contempo intrisa di una carica emotiva devastante. Non vi è spazio per la retorica: ogni frase è un colpo diretto, ogni parola trasuda sincerità. L’autrice non concede sconti e non cerca consolazione: lascia il lettore disarmato di fronte alla sofferenza della protagonista. La sua scrittura è un pugno nello stomaco, un urlo soffocato che riecheggia ben oltre l’ultima pagina.

La vita è una tale fatica, bambino. È una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele.”

Lettera a un bambino mai nato: un romanzo senza tempo

A distanza di quasi cinquant’anni dalla sua pubblicazione, Lettera a un bambino mai nato resta un’opera di straordinaria attualità. Il suo messaggio continua a interrogare le coscienze, ponendo domande a cui nessuno può rispondere con certezza. È un libro che scuote, che fa male, che obbliga a pensare. Ed è proprio questa la grandezza di Oriana Fallaci: la capacità di rendere personale ciò che è universale, di trasformare la sua sofferenza in un testamento emotivo che parla a ogni generazione.

“Essere mamma non è un mestiere; non è nemmeno un dovere: è solo un diritto tra tanti diritti.”

Un’opera necessaria, un capolavoro di verità e dolore, che continua a commuovere e a far riflettere. Perché il senso della maternità, della vita e della scelta è qualcosa che riguarda tutti, uomini e donne, ieri come oggi.

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