Cristina Pugliese ritrovata morta in bagno, il marito indagato: è femminicidio?
Che cosa è successo a Cristina Pugliese? La ragazza di 27 anni è stata ritrovata morta in casa, sotto la doccia. Il compagno è indagato
Resta avvolta per il momento nel mistero la morte di Cristina Pugliese, una ragazza di 27 anni di Soave. I familiari non vogliono credere che si sia tolta la vita e sono tanti gli elementi che lasciano pensare che si possa trattare di un femminicidio. Lo pensano anche gli inquirenti che al momento hanno iscritto il compagno della donna nel registro degli indagati. Ma che cosa è successo a questa giovane mamma?
Cristina viene ritrovata nel bagno di casa sua. Non dal compagno ma da un ragazzo che si offre di aiutare l’uomo a cercarla. La vicenda non è semplice. Il compagno di Cristina esce di casa e va in giro per il paese cercandola. Dice che non la trova, chiede aiuto agli avventori del bar che frequenta. Uno di loro accetta e insieme vanno in casa, quando chiede di andare in bagno, il compagno di Cristina gli indica il secondo, e così insospettito prova a entrare nell’altro che però è chiuso a chiave. Sale al piano di sopra e prende la chiave del bagno che apre anche quella porta. E una volta entrato nella stanza, fa la macabra scoperta: Cristina è lì, nella doccia. Apparentemente sembrerebbe essersi tolta la vita con il tubo della doccia.
Ma che cosa è successo davvero in quella casa? Siamo di fronte all’ennesimo femminicidio e a un successivo tentativo di depistare?
La morte di Cristina Pugliese: è un femminicidio?
Iniziano subito le indagini e si scopre che la mano sinistra dell’uomo era incrostata di sangue; ci sarebbe stata anche una discussione ma i ricordi sono confusi . In casa c’è ancora un tavolinetto rotto. Il compagno 0 anni M.C., è indagato per omicidio volontario. Molti sono ancora i nodi da sciogliere e fondamentali saranno i risultati dell’autopsia, e che potrebbe chiarire che cosa sia effettivamente accaduto a Cristina.
Sempre il Reparto Investigazioni Scientifiche dei carabinieri ha svolto un nuovo sopralluogo e sono state sentite alcune persone informate dei fatti. Tra queste il marocchino, avventore del bar Fantasmino di Caldiero, che quella fatidica domenica è entrato nell’appartamento di M. C., trovando per primo il corpo di Cristina. Ora quel super testimone, rappresentato dall’avvocata Francesca Toffaloni, non può rilasciare dichiarazioni.
Le testimonianze
Chi ha visto il compagno di Cristina la mattina di domenica al bar racconta che non era sereno come al solito. Agli inquirenti è stato riferito: “Domenica mattina quando è entrato nel locale M.C. era diverso dal solito – dice la barista -. Aveva un comportamento strano. Le sue parole erano confuse, sembrava poco lucido. Ho notato che sulla mano sinistra c’era del sangue incrostato e gli ho chiesto che cosa fosse successo. Lui mi ha risposto che aveva litigato con Cristina“. E poi aveva detto che la sua compagna non era in casa, che era uscita, forse senza scarpe…
Cristina e il compagno si frequentavano da circa sei mesi ed erano presto andati a vivere assieme a Caldiero. Il sabato sera erano stati visti litigare fuori dal club Prima Classe, ma i dipendenti non si sono accorti di nulla. I familiari di Cristina Pugliese non vogliono credere in nessun modo al suicidio. La ragazza aveva una figlia di 5 anni che era la sua vita. Mai l’avrebbe lasciata da sola.