Attualità Italiana

Chiara Petrolini: “Io i bambini li volevo e li volevo vivi”

Le parole di Chiara Petrolini nel corso del suo interrogatorio: la ragazza rivela che avrebbe voluto avere i suoi figli. "Li volevo vivi" ha detto

interrogatorio chiara petrolini

Traversetolo, Parma – Il piccolo borgo di Traversetolo, da ormai tre mesi vive un vero e proprio incubo, dopo che è stato scosso dall’orrore in una calda giornata di agosto. Due corpi di neonati sepolti nel giardino della villetta della famiglia Petrolini sono venuti alla luce, in un caso scoperti dal labrador di casa e dai cani dei vicini che scavavano insistentemente. A rivelare l’atroce verità è stata la studentessa e baby sitter ventunenne, Chiara Petrolini, attualmente agli arresti domiciliari, con l’accusa di omicidio e soppressione di cadaveri.

Nelle ultime ore Chiara Petrolini ha parlato e ha raccontato la sua versione dei fatti, dicendo che non aveva nessuna intenzione di fare del male ai bambini che aspettava. Parole che stonano però non solo con quello che è successo ma anche con il fatto che per ben due volte la ragazza abbia nascosto le gravidanze. Se voleva tenere i suoi figli o comunque voleva che nascessero, perchè non dire a nessuno che era incinta? O perchè non andare in ospedale e affidare magari poi ad altri, i bambini? Chiara, madre dei due neonati, ha dichiarato agli inquirenti che il primo bimbo, partorito a maggio 2023, “non respirava, ho provato a scuoterlo. Poi l’ho messo nel giardino”. Sarà molto difficile comprendere, visto che sono rimasti solo pochi resti di quel corpicino, comprendere se il primo figlio di Chiara sia nato vivo oppure se sia stato ucciso.

Il secondo, nato nell’agosto dell’anno successivo, “aveva gli occhi aperti, ma non emetteva suoni”. Parole agghiaccianti, che emergono dagli interrogatori della giovane e riportate dalla Gazzetta di Parma. Chiara si trova agli arresti domiciliari dal 20 settembre, ma la situazione potrebbe presto aggravarsi: il 17 ottobre, infatti, il Tribunale del Riesame di Bologna ha accolto l’appello della Procura di Parma per il trasferimento in carcere. Una misura al momento sospesa in attesa del deposito delle motivazioni e dell’eventuale ricorso della difesa, guidata dall’avvocato Nicola Tria.

Chiara Petrolini le ultime notizie

L’accusa, decisa nel chiedere una misura più severa, imputa alla giovane l’omicidio e la soppressione dei cadaveri dei due neonati. Il dramma è esploso il 9 agosto, quando il labrador della famiglia Petrolini e altri cani hanno scavato in giardino, rivelando il corpicino di un neonato appena sotto la superficie del terreno. Le successive indagini hanno confermato che il bimbo era nato vivo il 7 agosto, ma è morto per shock emorragico a causa del taglio non corretto del cordone ombelicale.

Pochi giorni dopo la prima scoperta, i carabinieri hanno scavato nuovamente nel giardino, trovando non lontano un altro corpo. I resti appartenevano a un neonato di 40 settimane, partorito circa un anno prima. I test del DNA hanno rivelato che entrambi i piccoli erano figli di Chiara e del suo fidanzato storico, coetaneo, con cui aveva avuto una relazione travagliata negli ultimi tempi. Nessuno – né il ragazzo, né la famiglia, né gli amici – era a conoscenza delle gravidanze di Chiara.

Le intercettazioni telefoniche rivelano l’incredulità e la disperazione dei genitori di Chiara: “Cosa hai fatto? Sei stata tu? Così si va in galera”, le hanno detto, senza però ottenere una risposta chiara. Durante l’interrogatorio del 10 settembre, Chiara ha spiegato di aver partorito il primo bimbo “in camera di notte” e di aver tagliato il cordone ombelicale da sola. “Ho provato a scuoterlo. Non respirava”, ha affermato. Gli investigatori ritengono che il primo neonato sia venuto alla luce il 12 maggio 2023, anche se Chiara dice di non ricordare la data esatta del parto. Nel corso di questo interrogatorio la 22enne ha anche detto che lei i bambini li voleva e li voleva vivi.

Chiara Petrolini nega di aver indotto i parti, nonostante le numerose ricerche su internet che sembrano contraddire le sue parole. Il quadro che emerge è quello di un’angoscia nascosta, di un isolamento emotivo profondo, che ha portato a una tragedia dalle dimensioni inimmaginabili. Il paese di Traversetolo, prima anonimo e tranquillo, ora vive nell’ombra di una storia che ha scosso l’intera comunità.

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