“Sono andato via di testa” confessa l’assassino di Sara Centelleghe: un omicidio che non ha un perchè
Nessun movente per l'omicidio di Sara Centelleghe, il suo assassino non sa neppure perchè ha spezzato la vita di una ragazza così giovane
Costa Volpino – Tutto è nato da un appuntamento mancato. Se un ragazzo e una ragazza si fossero incontrati come previsto, forse oggi non staremmo raccontando l’omicidio di Sara Centelleghe, la diciottenne di Costa Volpino assassinata nella notte fra venerdì e sabato. E tutto questo fa davvero venire i brividi perchè ci racconta di quanto oggi, molti giovani, non diano nessun valore alla vita altrui, e neppure alla loro.
L’autore del delitto è stato identificato come Jashan Deep Bashan, un diciannovenne che, al termine di un lungo interrogatorio nella caserma dei carabinieri, ha ammesso le sue colpe. Arrestato per omicidio volontario, ha dichiarato, tra le lacrime, di essere “andato via di testa” e di non sapere cosa lo abbia spinto ad aggredire Sara. Ha anche espresso pentimento, sottolineando di aver bevuto molto quella sera, pur negando qualsiasi movente sessuale, che rimane però tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti.
I carabinieri hanno individuato Jashan come sospetto dopo aver messo in dubbio la prima versione dei fatti, fornita dall’amica di Sara, con cui la vittima stava trascorrendo la serata. Secondo l’amica, si sarebbe allontanata per qualche minuto, all’una di notte, per prendere un energy drink al distributore automatico a circa 130 metri di distanza dall’abitazione. Al ritorno, avrebbe trovato il cadavere di Sara. Ma le indagini degli investigatori hanno svelato una dinamica diversa e molto più inquietante.
L’omicidio di Sara Centelleghe, il delitto nella notte: cosa è successo davvero
Jashan Deep Bashan vive nello stesso complesso residenziale di Sara, anche se in una scala diversa. Pur conoscendola solo di vista, è invece in contatto con l’amica della vittima, con cui si scriveva spesso. La sera dell’omicidio, i due avevano deciso di vedersi. Jashan è tornato a casa in auto e ha parcheggiato nel garage sotterraneo condiviso con l’edificio adiacente. Da lì, è salito verso l’appartamento della ragazza. Intanto, l’amica di Sara lo aspettava al piano terra, ma i due non si sono mai incrociati.
Arrivato nell’appartamento, Jashan è entrato nella camera da letto di Sara, che stava dormendo. Ha affermato di non avere un movente sessuale, ma tra lui e la giovane si è scatenata una lite violentissima. La situazione è degenerata: il ragazzo ha colpito Sara con pugni, poi è andato in cucina e ha preso un paio di forbici, ferendosi anche una mano nel processo. Tornato in camera, ha inferto undici colpi alla giovane, uccidendola sul posto. Con i vestiti e i piedi sporchi di sangue, è scappato, lasciando una scia di impronte che hanno permesso ai carabinieri di ricostruire il tragitto percorso.
Le prove schiaccianti e il dolore delle famiglie
I carabinieri hanno ricostruito la dinamica della serata grazie all’analisi dei cellulari e alle immagini delle telecamere di sorveglianza. Una videocamera ha immortalato l’arrivo dell’auto di Jashan e la presenza della sua amica, che però non è mai arrivata vicino al distributore automatico, come invece aveva dichiarato. Gli abiti insanguinati sono stati ritrovati nella stanza di Jashan, aggiungendo ulteriori prove schiaccianti contro di lui. Durante l’interrogatorio, il ragazzo ha continuato a ripetere di non sapere cosa lo abbia spinto ad agire in quel modo. Nonostante alcuni piccoli precedenti quando era minorenne, Jashan era descritto da tutti come un ragazzo tranquillo e gentile. “Non mi ha mai dato problemi, non so cosa sia successo”, ha detto la madre, aggiungendo che l’anno scorso Jashan aveva avuto problemi di nervi e aveva seguito una cura con medicinali.
L’avvocato di Jashan, Fausto Micheli, ha richiesto assistenza psicologica per il suo assistito, sottolineando che, per comprendere alcune azioni, è necessaria più psicologia che giustizia. Nel frattempo, la famiglia di Sara è sprofondata in un dolore senza fine. Il padre della ragazza, Vittorio Centelleghe, è rimasto accanto alla madre, protetto dai parenti che cercano di alleviare il suo immenso dolore. “È un dolore che ci ha travolto tutti”, ha detto la sorella di Sara, aggiungendo che la famiglia non prova odio per Jashan, perché il dolore è così grande da non lasciare spazio ad altro.
Davanti al palazzo dove viveva Sara, sono stati lasciati mazzi di fiori e bigliettini con messaggi commoventi. Uno di questi recitava: “Te ne sei andata troppo presto. Speriamo che ora tu sia in un posto migliore”. Un’altra donna uccisa, un altro giovane che impugna un’arma per togliere la vita a una persona che nulla gli aveva fatto. Ogni giorno purtroppo, siamo costretti a raccontare storie come questa che tolgono il fiato. Vite spezzate, famiglie distrutte. Un mondo in cui nessuno dà il giusto valore alla vita. Così è morta Sara Centelleghe, senza un motivo, senza un perchè.