Attualità Italiana

Maria Arcangela Turturo uccisa a Gravina: 15 anni di maltrattamenti e poi il femminicidio

Un altro femminicidio: da Gravina di Puglia la storia di Maria Arcangela Turturo, 15 anni di maltrattamenti e violenze subite

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La storia di Maria Arcangela Turturo l’ha raccontata agli inquirenti una delle sue figlie. E’ una storia che purtroppo parla di botte, violenze fisiche e verbali, sopraffazioni. Quindici anni di sofferenza e il finale, come da copione. Il femminicidio. Giovanni Lacarpia il marito della donna, l’ha uccisa a Gravina di Puglia. Chi non conosceva bene la coppia pensava che fossero felici, qualche discussione, i litigi. Ma niente che potesse far temere il peggio. Maria Arcangela invece lo sapeva. Alla figlia aveva detto che presto suo marito l’avrebbe ammazzata.

E così ha fatto, il 6 ottobre. Ha tentato di bruciarla viva e poi l’ha picchiata, colpita così forte da provocarle diverse fratture e infine un arresto cardiaco. Probabilmente visto che le fiamme non l’avevano uccisa, ha anche cercato di strangolarla. Un finale drammatico, che arriva dopo 15 anni di maltrattamenti, l’ennesimo femminicidio nel nostro paese. “L’ha fatta arrivare almeno tre volte al pronto soccorso” dice agli inquirenti una delle figlie di Maria Arcangela. E racconta di come sua madre spesso si fosse allontanata ma non ha mai trovato la forza di lasciare quel marito così violento.

La storia di Maria Arcangela Turturo: 15 anni di maltrattamenti e poi il femminicidio

Mi sento che mi deve uccidere” aveva detto Maria a sua figlia nel mese di settembre. Non sbagliava: il 6 ottobre la data del femminicidio. E’ stato un ragazzo passato per caso nella strada in cui si stava consumando la violenza a riprendere tutto. Ha minacciato Giovanni Lacarpia dicendo di smetterla di fare del male alla donna, tirando fuori appunto il suo smartphone, dicendogli che avrebbe filmato. Ma ormai era troppo tardi, per Maria non c’era più nulla da fare.

Il racconto di Antonella a chi indaga è drammatico. La figlia di Maria ha raccontato: “Ci sono anche le denunce ai carabinieri. Dopo gli episodi denunciati ce ne sono stati altri, ma spesso interveniva la famiglia di mio padre a mediare e quindi mamma non ha più denunciato. Mia madre voleva andare via, si confidava con me, con noi figli. Spesso mamma scappava da casa di mio padre per una settimana, dieci giorni e stava da me o da mia sorella, e poi rientrava da mio padre”. I litigi e le violenze sarebbero iniziati almeno 15 anni fa, frutto delle tante difficoltà nate dal non riuscire a portare avanti un’azienda: “Erano pieni di debiti, mio padre si occupava di mungere le mucche, che allevava, e produrre latticini. E allora sono iniziati i litigi.  In quel periodo, mamma presa dalla disperazione aveva dato fuoco al trattore di papà, nel 2009″.

Tra il 2010 e il 2011, Lacarpia viene arrestato. Ha infatti cercato di uccidere uno dei suoi figli maschi. I ragazzi cercavano di difendere la loro mamma e si mettevano in mezzo durante le discussioni. Uno di loro ha rischiato di morire. I figli di Maria hanno cercato in tutti i modi di allontanarla dal marito: “Noi dicevamo a mia madre di scegliere se stare con loro o con noi, ma mia madre per farsi aiutare chiamava mia nonna, la mamma di mio padre, o i parenti di lui per cercare di appianare le cose“.

Nel corso degli anni la rabbia di Lacarpia era cresciuta, come erano aumentati anche i problemi di salute. Maria aveva in qualche modo pensato che fosse anche colpa sua, che si dovesse prendere cura di quell’uomo che non aveva mai accettato di essere finito in carcere. Il resto poi, è storia. Maria Arcangela Turturo è stata barbaramente uccisa.

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