Attualità Italiana

Chiara Ferragni indagini chiuse: per i Pm ingiusto profitto di oltre 2 milioni di euro

La procura di Milano ha chiuso le indagini per il pandoro gate e la truffa che vedrebbe coinvolta Chiara Ferragni. Ci sarebbe stato un ingiusto profitto per 2 milioni di euro

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La notizia è arrivata nella mattinata del 4 ottobre ma in questi minuti, trapelano altre notizie su quanto scritto nella relazione chiusura delle indagini per truffa con Chiara Ferragni indagata. Mentre l’imprenditrice ha già risposto tramite i suoi legali, spiegando che ha la massima fiducia nel lavoro della magistratura, emergono i dettagli di quanto sarebbe stato riscontrato durante l’indagine.  Nell’inchiesta, sono indagati Chiara Ferragni e altre tre persone. Secondo l’accusa le società della Ferragni, con le due campagne pubblicitarie «Pandoro Balocco Pink Christmas» e «Uova di Pasqua Chiara Ferragni» avrebbero realizzato un «ingiusto profitto» complessivo pari a 2.175.000 euro. Ha dunque quantificato, la procura, una cifra e non solo.

Chiara Ferragni indagini chiuse: cosa è emerso

Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ha concluso le indagini e depositato gli atti riguardanti non solo Chiara Ferragni, ma anche il suo ex collaboratore stretto Fabio Maria Damato, che ha lasciato la gestione delle società, Alessandra Balocco, rappresentante dell’omonima società, e Francesco Cannillo, rappresentante di Cereitalia Dolciaria Spa, proprietaria del marchio Dolci Preziosi.

A seguito della chiusura delle indagini, gli indagati hanno a disposizione 20 giorni per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati. I legali della Ferragni hanno raccolto numerosi documenti e sono fiduciosi di poter dimostrare l’innocenza della loro assistita. Le attività difensive sono state intense, iniziando già a gennaio scorso, quando la Guardia di Finanza ha acquisito la documentazione del caso. Se la Procura non dovesse archiviare il procedimento, al termine dei 20 giorni potrebbe richiedere il rinvio a giudizio degli indagati.

Secondo il Codacons, qualora si giungesse a processo, i consumatori che hanno acquistato il pandoro e si sono costituiti parte lesa potrebbero richiedere la costituzione di parte civile e avanzare domanda di risarcimento. Tuttavia, questa ipotesi risulta complessa, dato che il danno per ogni singolo consumatore ammonterebbe a circa 3 euro, rimborsabili solo se si è conservato lo scontrino d’acquisto risalente al 2022.

Il commento dei legali di Chiara Ferragni

«Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcm. Avvieremo al più presto un confronto con i Pubblici Ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima». E’ stata questa la nota diramata dai legali della Ferragni in tarda mattinata. Gli avvocati ricordano che «siamo di fronte ad un avviso di conclusione delle indagini, che permetterà una fase di confronto con la Procura della Repubblica, dalla quale i difensori confidano di far emergere la non rilevanza penale delle condotte contestate». Questa dunque la posizione di Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana i due legali di Chiara Ferragni.

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