Attualità Italiana

L’ultima frase di Sharon Verzeni fa pensare che conoscesse il suo assassino

Sharon Verzeni conosceva il suo assassino? La frase detta al 118 fa pensare che lo avesse riconosciuto

sharon verzeni omicidio

Sono passati 23 giorni da quando Sharon Verzeni è stata accoltellata in strada, a Terno d’Isola. 23 giorni nei quali su questa vicenda si è detto e ipotizzato di tutto. Dalla pista sentimentale, passando per quella del serial killer; e poi lo stalker ossessionato, la pista religiosa, il passante impazzito. Ma per il momento il nome dell’assassino di Sharon non è sul registro degli indagati. Occhi puntati anche sul compagno della ragazza: la famiglia di Sharon non ha dubbi sulla sua innocenza ma gli inquirenti non escludono nulla e continuano a cercare in tutte le direzioni. Oggi emerge un nuovo dettaglio: la chiamata al 118 di Sharon Verzeni potrebbe raccontarci qualcosa in più sugli attimi drammatici che la 33enne ha vissuto prima di morire. Ha avuto la forza di prendere il suo cellulare e comporre il numero per chiedere aiuto e qualcosa ha detto la donna.

Le ultime parole di Sharon Verzeni prima della sua morte

 Cosa è successo la notte tra il 29 e il 30 luglio quando la ragazza è uscita di casa per la sua passeggiata? In un primo momento i genitori hanno raccontato che era una cosa che faceva di solito, visto che la nutrizionista le aveva consigliato di camminare. Poi negli ultimi giorni hanno modificato la loro narrazione, dicendo che comunque non era mai uscita così tardi o almeno non da sola. Il compagno infatti era in casa e a quanto pare stava dormendo. Non si è accorto che Sharon è uscita ma neppure che non è mai tornata a letto. Se ne renderà conto solo al mattino, quando i Carabinieri lo andranno a informare di quello che è successo.

E arriviamo alla chiamata. Sharon viene accoltellata a pochi metri da casa sua, in strada. Non ha nulla con se, ha portato solo il cellulare e lo userà per chiedere aiuto, prima che a lei si avvicinino dei passanti. L’orario della chiamata registrato dalla centrale del 118 è quello delle 00.52 e la barista dice: «Mi ha accoltellato». È questa la frase esatta, che getta sul delitto una luce diversa rispetto al «mi hanno accoltellato» trapelato all’inizio. Quasi come se la vittima avesse riconosciuto il suo assassino. Una frase che potrebbe voler dire tutto e niente. Perchè è vero, queste parole lascerebbero pensare che in qualche modo Sharon si sia resa conto di quello che era successo ma non ha fatto nessun nome, avrebbe potuto dire chi era stato. Anche solo facendo il nome della persona. Non è successo e non lo ha fatto neppure alle persone che si sono avvicinate successivamente, in attesa che l’ambulanza giungesse sul posto.

Le parole di Sharon ci devono davvero far pensare che conoscesse la persona che l’ha accoltellata a morte? Nelle ultime ore si è persino parlato di un killer assoldato da qualcuno per uccidere la barista ma perché ? Le quattro coltellate date a Sharon Verzeni, spiegano gli esperti, sembrano escludere il raptus di un killer passato per caso. Porterebbero invece in tutt’altra direzione: la persona che ha ucciso la barista, la conosceva e ce l’aveva con lei.

Seguici

Seguici su

Google News Logo
Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.