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Seconda prova maturità 2024 traduzione greco Minosse o della legge: traduzione e risposte ai tre quesiti

Minosse o della legge per la versione di greco al liceo classico: ecco la traduzione e la risposta ai tre quesiti che vengono posti nella seconda prova della maturità 2024 al liceo classico

minosse o della legge traduzione greco

Secondo giorno per gli studenti e le studentesse alla prova con la maturità 2024. Al liceo classico esce Platone, non male fanno sapere molti studenti che si aspettavano che potesse essere il filosofo il “protagonista” della seconda prova. Il testo da tradurre per la traduzione greco è tratto dall’opera “Minosse o della legge”. Nella richiesta di lavoro per la seconda prova, bisogna tradurre alcune frasi e poi si legge anche una traduzione successiva del brano. Per quanto riguarda la risposta ai tre quesiti che si leggono nella seconda prova di greco della maturità 2024, abbiamo chiesto all’intelligenza artificiale di provare a rispondere.

Seconda prova maturità 2024: Minosse o della legge

La prima parte del brano indicato nella versione di greco scelta per la seconda prova , ecco la traduzione

Te lo dirò, affinché anche tu come i più non dica qualcosa di sacrilego. Infatti non c’è nulla di più empio e nulla da cui bisogna guardarsi di più, del peccare di fronte agli dèi con le parole e con i fatti, e in secondo luogo davanti a uomini divini. Di certo bisogna sempre riflettere molto qualora si voglia biasimare o lodare un uomo, per non parlare ingiustamente. Anche per questo si deve imparare a distinguere gli uomini buoni da quelli cattivi, poiché il dio si sdegna qualora si biasimi chi è simile a lui o si lodi colui che è esattamente l’opposto: L’uomo simile alla divinità è l’uomo buono. Non conferire poi carattere sacro alle pietre, al legno, agli uccelli, ai serpenti piuttosto che all’uomo; al contrario, ritieni l’uomo buono il più sacro di tutti e il malvagio il più empio. Per questo motivo ti parlerò anche di Minosse, del modo in cui lo lodano Omero ed Esiodo, per impedire che tu da uomo, figlio di uomo, usi parole sbagliate nei confronti di un eroe figlio di Zeus. Omero infatti quando dice di Creta che in essa abitavano molti uomini e che aveva novanta città, a queste ne aggiunge un’altra: «La grande città di Cnosso, dove Minosse amico intimo del grande Zeus regnò nove anni». è dunque questa la lode di Omero a Minosse fatta di poche parole, ma mai indirizzata a nessun altro dei suoi eroi. In più punti della sua opera come qui risulta chiaro che per Omero Zeus è un dio sapiente e che la sapienza è un’arte bellissima. Il poeta dice inoltre che Minosse ogni nove anni conversava con Zeus e lo frequentava per essere educato, in quanto Zeus è il vero sapiente. Che dunque Omero non attribuisca a nessuno degli eroi, se non a Minosse, il privilegio di essere educato da Zeus costituisce già di per sé una lode meravigliosa.

La seconda parte ecco, la traduzione:

Inferi, Omero ha rappresentato nelle vesti di giudice con lo scettro d’oro Minosse e non Radamante; in alcun modo Radamante riveste qui la funzione di giudiceo di intimo di Zeus. Per questi motivi io affermo che tra tutti Omero ha lodato in particolare Minosse. Non esiste infatti lode più grande dell’essere detto il solo figlio di Zeus ad essere stato educato da Zeus e il verso: «Regnò nove anni in stretto rapporto col grande Zeus» significa proprio che Minosse era intimo di Zeus. Gli oaroi sono infatti i discorsi e oaristes è colui che è ammesso nell’intimità del discorso. Omero diceva dunque che Minosse si recava ogni nove anni nell’antro di Zeus, in parte per imparare, in parte per mostrare coi fatti ciò che aveva appreso da Zeus nei nove anni precedenti. Vi sono tuttavia alcuni che ritengono l’oaristes compagno di bevute e divertimenti di Zeus. Ci si potrebbe però servire di questa argomentazione per dimostrare che coloro che la pensano in quel modo non dicono nulla diragionevole: infatti non c’è nessun uomo, greco o barbaro, che si tenga lontano dai banchetti o da questo tipo di passatempo, di cui fa parte il vino, se non i Cretesi e in secondo luogo gli Spartani che l’hanno imparato dai Cretesi. Addirittura a Creta, oltre alle altre leggi stabilite da Minosse c’è quella di non bere fino all’ubriachezza quando si sta con gli altri. è certo chiaro che Minosse stabilì come leggi valide anche per i suoi concittadini quelle che riteneva giuste. Minosse infatti non pensava in un modo e poi agiva in contrasto con le sue convinzioni, come un uomo qualunque: è proprio questa l’intimità di cui parlavo, fatta di discorsi volti ad educare alla virtù. Su tale base dunque Minosse pose le leggi per i suoi concittadini, attraverso le quali Creta prosperò felicemente e per tutto il tempo, e così Sparta almeno da quando iniziò a servirsene come se fossero state divine. Anche Radamante era un uomo buono, infatti era stato educato da Minosse. Egli però non era stato istruito relativamente a tutta l’arte del regnare, ma solo per essere al servizio del regno, per quanto riguarda il presiedere i tribunali: proprio in seguito a ciò ebbe fama di essere un buon giudice. Minosse infatti si avvaleva di quel custode di leggi per la cittadella, mentre per il resto di Creta ricorreva a Talo. Quest’ultimo girava tre volte l’anno di villaggio in villaggio per salvaguardare le leggi che teneva scritte su tavolette di bronzo: per questo fu soprannominato «bronzeo». Esiodo raccontò cose simili sul conto di Minosse, infatti dopo averne citato il nome dice: «Egli tra i re mortali fu il più regale e regnò su gran parte dei popoli confinanti, con lo scettro di Zeus; regnò sulle città grazie ad esso». Lo scettro di Zeus non allude a nient’altro che all’educazione impartita dal dio in virtù della quale governava Creta

Traduzione greco e quesiti sulla versione di greco di Platone

Nell’opera “Minosse o della legge” (Μίνως ἢ περὶ νόμου) attribuita a Platone, Socrate intrattiene un dialogo con un anonimo compagno su diversi temi riguardanti la legge. Questo dialogo, seppur breve e a tratti incompleto, offre alcune importanti riflessioni filosofiche. Le argomentazioni di Socrate e l’uso delle citazioni omeriche sono elementi fondamentali per comprendere la sua posizione.

Argomentazioni di Socrate

  1. Definizione della Legge: Socrate inizia il dialogo cercando di definire cosa sia la legge. Egli interroga il compagno su cosa distingua una legge buona da una cattiva, ponendo l’accento sull’importanza della giustizia e del bene comune. La legge non è semplicemente un insieme di regole imposte dall’autorità, ma deve essere orientata verso il benessere e la virtù dei cittadini.
  2. Relatività delle Leggi: Socrate solleva la questione della relatività delle leggi tra le diverse polis (città-stato). Ciò che è considerato legale in una città può non esserlo in un’altra. Questo porta a una riflessione sulla natura universale della legge e se esistano principi di giustizia validi ovunque.
  3. Legge e Conoscenza: un altro punto importante è la relazione tra legge e conoscenza. Socrate sostiene che una buona legge deve essere basata sulla conoscenza e sulla saggezza. I legislatori devono essere filosofi, o almeno avere una profonda comprensione della natura umana e delle necessità della società.

Uso delle Citazioni Omeriche

Le citazioni omeriche svolgono un ruolo cruciale nel dialogo, fungendo da supporto per le argomentazioni di Socrate. Platone, attraverso la voce di Socrate, usa queste citazioni per:

  1. Legittimare le Argomentazioni: le citazioni dai poemi di Omero, come l’Iliade e l’Odissea, servono a legittimare le argomentazioni di Socrate. Poiché Omero è considerato una delle fonti più autorevoli della saggezza antica, riferirsi a lui conferisce maggiore autorevolezza alle idee presentate.
  2. Esempi Pratici: Socrate utilizza episodi e personaggi omerici per illustrare concetti astratti. Ad esempio, può richiamare le decisioni di un eroe omerico per discutere la giustizia e la legge, rendendo le sue argomentazioni più concrete e comprensibili per l’interlocutore.
  3. Critica e Rivalutazione: le citazioni non sono solo un supporto, ma anche uno strumento critico. Socrate spesso mette in discussione l’autorità e la saggezza dei poeti, compreso Omero, sottolineando i limiti delle loro rappresentazioni della legge e della giustizia. Questo duplice uso delle citazioni permette a Socrate di presentare una visione più complessa e sfumata della legge.

Quali sono i termini chiave del pensiero filosofico e o pedagogico presenti nel testo e il loro valore per il ragionamento complessivo

Nel dialogo “Minosse o della legge”, Platone, attraverso la figura di Socrate, introduce e discute diversi termini chiave che sono fondamentali per comprendere il suo pensiero filosofico e pedagogico. Questi termini non solo riflettono le preoccupazioni centrali di Platone riguardo alla legge e alla giustizia, ma sono anche cruciali per il ragionamento complessivo del dialogo. Ecco alcuni dei termini chiave:

1. Nomos (Legge)

  • Definizione e Importanza: La legge (nomos) è il tema centrale del dialogo. Socrate esplora cosa costituisce una legge giusta e come essa debba essere definita e applicata. La legge non è solo un insieme di regole, ma deve essere orientata verso il bene comune e basata sulla giustizia.
  • Valore per il Ragionamento: Questo termine è fondamentale per discutere la natura delle leggi e la loro relatività tra diverse città-stato. La riflessione sulla legge porta a considerazioni più ampie sulla giustizia e sulla governance.

2. Dikaiosyne (Giustizia)

  • Definizione e Importanza: La giustizia (dikaiosyne) è un concetto centrale nel pensiero platonico. Nel dialogo, Socrate interroga l’essenza della giustizia e come essa debba essere integrata nella legge.
  • Valore per il Ragionamento: La giustizia è il criterio per valutare la bontà di una legge. Una legge giusta promuove il bene comune e la virtù, distinguendosi da quelle che non lo fanno.

3. Episteme (Conoscenza)

  • Definizione e Importanza: La conoscenza (episteme) è fondamentale per la creazione di leggi giuste. Socrate suggerisce che i legislatori devono possedere una conoscenza approfondita della natura umana e delle necessità della società.
  • Valore per il Ragionamento: La conoscenza distingue una legge basata sulla saggezza e sulla verità da una legge arbitraria o ingiusta. Questo sottolinea l’importanza della filosofia nella governance.

4. Arete (Virtù)

  • Definizione e Importanza: La virtù (arete) è un altro concetto chiave nel dialogo. Socrate discute come le leggi dovrebbero promuovere la virtù tra i cittadini.
  • Valore per il Ragionamento: La promozione della virtù è vista come uno degli obiettivi principali delle leggi. Le leggi devono non solo regolare il comportamento, ma anche educare i cittadini alla virtù.

5. Phronesis (Saggezza Pratica)

  • Definizione e Importanza: La saggezza pratica (phronesis) è la capacità di agire in modo giusto e appropriato in situazioni concrete. È una forma di conoscenza applicata.
  • Valore per il Ragionamento: La saggezza pratica è essenziale per i legislatori e per chiunque sia coinvolto nell’applicazione delle leggi. Socrate suggerisce che i governanti devono possedere questa qualità per creare e applicare leggi giuste.

6. Paideia (Educazione)

  • Definizione e Importanza: L’educazione (paideia) è cruciale nel pensiero platonico. Socrate discute come le leggi debbano educare i cittadini, non solo regolare il loro comportamento.
  • Valore per il Ragionamento: L’educazione è vista come un mezzo per inculcare la virtù e la giustizia nei cittadini. Le leggi devono avere una funzione pedagogica, guidando i cittadini verso la virtù.

7. Ousia (Essenza)

  • Definizione e Importanza: L’essenza (ousia) è un concetto filosofico che riguarda la natura fondamentale delle cose. Nel contesto delle leggi, Socrate cerca di comprendere l’essenza della legge e della giustizia.
  • Valore per il Ragionamento: Comprendere l’essenza delle leggi e della giustizia è fondamentale per definire cosa rende una legge buona o cattiva. Questo porta a una comprensione più profonda della natura della governance e della società.

Per l’analisi del terzo punto, ti proponiamo due alternative diverse, suggerite per la seconda prova di greco, dall’intelligenza artificiale.

Suggerimento 1- L’idea che la socializzazione con persone degne della nostra stima possa accendere l’animo a grandi cose è ben esemplificata in diversi contesti storici e filosofici. Platone stesso è un esempio classico di questo principio. La sua profonda amicizia e interazione con Socrate hanno modellato il suo pensiero filosofico e le sue opere. Attraverso i dialoghi platonici, vediamo come Socrate, con la sua incessante ricerca della verità e la sua vita virtuosa, abbia ispirato Platone a perseguire la verità e la giustizia. Aristotele, allievo di Platone, offre un altro esempio significativo. La sua relazione con Platone lo ha condotto a sviluppare il proprio pensiero filosofico, che, pur divergendo in molti aspetti, è stato profondamente influenzato dall’insegnamento platonico. Aristotele riconosceva Platone come un modello di sapienza e virtù, e ciò ha acceso in lui il desiderio di esplorare e comprendere il mondo in modo sistematico. Un esempio storico è rappresentato dall’amicizia tra Alessandro Magno e il suo maestro Aristotele. La formazione ricevuta da Aristotele non solo ha dato ad Alessandro una solida base filosofica e scientifica, ma ha anche ispirato il suo desiderio di conoscenza e di esplorazione. Alessandro, influenzato dalla saggezza e dall’erudizione del suo maestro, ha perseguito grandi conquiste, lasciando un’impronta indelebile nella storia. Infine, possiamo considerare il caso di Leonardo da Vinci e i suoi mentori, come Andrea del Verrocchio. La bottega di Verrocchio era un luogo di grande fermento artistico e intellettuale, dove Leonardo ebbe l’opportunità di interagire con altre menti brillanti. Questa socializzazione con persone di grande talento e creatività ha acceso in Leonardo l’ambizione di eccellere in molteplici campi, contribuendo alla sua crescita come artista, scienziato e inventore. Questi esempi dimostrano come la compagnia di persone sagge e virtuose possa ispirare e motivare, accendendo l’animo a intraprendere grandi imprese e a perseguire ideali elevati.

Suggerimento 2- Il concetto che la socializzazione con persone degne della nostra stima accende l’animo a forti cose è ben illustrato attraverso la relazione tra Platone e Socrate. Platone, influenzato profondamente dalla saggezza e virtù di Socrate, ha dedicato gran parte della sua vita alla filosofia, cercando di capire e insegnare i concetti di giustizia, verità e bene. L’influenza di Socrate ha acceso in Platone il desiderio di perseguire una vita dedicata alla ricerca della verità. Similmente, la relazione tra Alessandro Magno e Aristotele è un altro esempio significativo. Alessandro, educato da Aristotele, ha sviluppato una mente curiosa e strategica, capace di conquistare e governare un vasto impero. L’influenza di Aristotele non solo ha fornito ad Alessandro una base solida in filosofia e scienze, ma ha anche alimentato il suo spirito ambizioso e visionario. Nella letteratura, l’amicizia tra Enkidu e Gilgamesh nell’Epopea di Gilgamesh mostra come la socializzazione con una persona di valore possa trasformare e migliorare un individuo. Gilgamesh, inizialmente un re arrogante e tirannico, attraverso la sua amicizia con Enkidu, impara l’importanza della compassione, del coraggio e della saggezza, trasformandosi in un leader migliore. Infine, l’influenza di figure come Thomas More su Erasmo dimostra come la compagnia di persone virtuose possa stimolare il pensiero critico e l’impegno intellettuale. More e Erasmo, attraverso il loro scambio di idee e scritti, hanno contribuito in modo significativo al Rinascimento e alla diffusione del pensiero umanistico. Questi esempi dimostrano come la socializzazione con persone stimate e virtuose possa elevare il nostro spirito, ispirarci a grandi imprese e migliorare la nostra comprensione del mondo e di noi stessi.

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