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Alessia Pifferi ha iniziato lo sciopero della fame: vuole raggiungere Diana

Le ultime notizie da San Vittore: Alessia Pifferi ha iniziato lo sciopero della fame

alessia pifferi

L’avvocata che difende Alessia Pifferi pochi giorni fa, subito dopo la sentenza in primo grado con la condanna all’ergastolo della donna, aveva paventato la possibilità di una azione decisa da parte della sua assistita . Ed è accaduto. Pare che la Pifferi, ancora prima della condanna, avesse iniziato a mostrare un cedimento, confidandosi con le persone a lei vicine in carcere. E poi, dopo le parole del giudice e dopo la sentenza, aveva detto di essere stanca e di voler raggiungere la piccola Diana. Le previsioni dell’avvocato Pontenani in qualche modo si sono concretizzate, visto che poche ore fa in carcere, Alessia Pifferi, ha iniziato lo sciopero della fame.

Alessia Pifferi ha iniziato lo sciopero della fame

 “Sta malissimo, è distrutta”, ha detto Alessia Pontenani, l’avvocato della 39enne, spiegando che già lunedì aveva preso la decisione di iniziare il digiuno: “Non fa altro che piangere”. Alessia Pifferi si sarebbe resa conto solo in questi giorni di quello che è successo davvero alla sua bambina e avrebbe detto in più occasioni di non voler continuare a vivere, anche per questo in carcere è osservata da vicino, per evitare che possa commettere un gesto estremo.

Alessia Pifferi resterà in cella nel carcere milanese di San Vittore, dopo la sentenza di ergastolo in primo grado e in attesa del terzo grado di giudizio. La 38enne, che nel luglio 2022 ha lasciato morire di stenti la figlia Diana di meno di un anno e mezzo, è, per i giudici, “capace di intendere e di volere”; nonostante la difesa abbia sempre sostenuto che sia affetta da un “grave deficit cognitivo”. Nessun trasferimento dunque nell’ospedale psichiatrico ma sarà il carcere la nuova “casa” di Alessia Pifferi, ritenuta appunto colpevole della morte di sua figlia, la piccola Diana.

A complicare le cose per la Pifferi, ci sarebbe anche il rapporto con le altre detenute. E’ emerso in queste settimane, anche dai racconti riportati alla stampa dall’avvocatessa Pontenani, che la Pifferi in diverse occasioni sarebbe stata aggredita dalle altre donne in carcere. Durante la notte le detenute urlerebbero contro Alessia Pifferi frasi di ogni genere appellandola con il nome di assassina e dicendole che deve morire.

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