Franco di Mare e l’annuncio che mai vorresti sentire: “Ho un tumore incurabile, mi resta poco”
Il coraggio di Franco di Mare e tutta la sua forza a Che tempo che fa per annunciare pubblicamente la terribile notizia: ha un tumore incurabile
Lo ha detto pubblicamente in tv nella puntata di questa sera di Che tempo che fa e contemporaneamente è arrivata anche una intervista molto forse al Corriere della sera. Franco di Mare giornalista Rai, ha un tumore incurabile, gli resta poco da vivere. Lo racconta in tv, con Fabio Fazio, con una forza e un coraggio che fanno venire i brividi. “Questo tubicino che mi corre sul viso è un tubicino legato ad un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette di essere qui a raccontare, a parlare con te. Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo, legato alla presenza di amianto nell’aria e si prende tramite la respirazione di parcelle di amianto, senza rendersene conto” ha detto Franco di Mare nella diretta di Che tempo che fa questa sera.
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Le parole di Franco di Mare : ha un tumore incurabile
Nell’intervista al Corriere della sera, Franco di Mare racconta di come tutto è iniziato, una sera per caso, ha sentito una fitta mentre era sul divano, un dolore assurdo. Poi dopo qualche giorno, si è sottoposto ai controlli in ospedale ed è arrivata la diagnosi: “La malattia era contenuta nella pleura, a parte due puntini in cui era perforata. E da lì, maledizione, il tumore è uscito. La decorticazione mi ha regalato due anni di vita. Poi però, sei mesi fa, c’è stata una recidiva. Si è presentata allo stesso modo. Una fitta acutissima. Stavolta a sinistra. Respiro con un terzo della capacità polmonare“.
I dettagli di tutto quello che è successo negli ultimi tre anni, Franco di Mare li racconta nel suo libro, che come spiega al Corriere della sera, è un po’ il suo testamento. “Per raccontare le guerre fuori da me e quella dentro di me. Un piccolo dizionario esistenziale. Senza pietismo. È il mio testamento” ha detto il giornalista.
E come tutti, anche Franco di Mare si è chiesto, pechè proprio a lui. Il giornalista ha spiegato: “Perché sono stato a lungo nei Balcani, tra proiettili all’uranio impoverito, iper-veloci, iper-distruttivi, capaci di buttare giù un edificio. Ogni esplosione liberava nell’aria infinite particelle di amianto. Ne bastava una. Seimila volte più leggera di un capello. Magari l’ho incontrata proprio a Sarajevo, nel luglio del 1992, la mia prima missione. O all’ultima, nel 2000, chissà. Non potevo saperlo, ma avevo respirato la morte. Il periodo di incubazione può durare anche 30 anni. Eccoci“.