L’ultimo addio a Francesco Pio e i dubbi di chi indaga: cosa non torna
Oggi a Battipaglia l'ultimo addio a Francesco Pio. E' il giorno del funerale del piccolo sbranato dai pitbull ma le indagini vanno avanti e ci sono tanti dubbi in chi indaga, come un buco di 30 minuti
Il piccolo Francesco Pio è stato salutato da tutte le persone che lo amavano oggi, in provincia di Salerno. Il funerale, il dolore, le lacrime e la disperazione dei familiari. C’è però tanto ancora da indagare, ci sono cose che non tornano, ci sono i dubbi degli inquirenti e almeno 19 minuti di buco che rendono questa storia ancora piena di punti interrogativi. Oggi è il giorno dell’addio, del silenzio e della disperazione ma non si può tacere di fronte alla morte di un bambino di 13 mesi.
La messa questa mattina nella chiesa dei santi Giuseppe e Fortunato, al borgo Aversana a Battipaglia.
L’ultimo addio a Francesco Pio: oggi il funerale
Il piccolo non era ancora battezzato ma oggi, la sua piccola bara bianca, è entrata in chiesa tenuta in spalla dagli zii disperati, dal nonno e dal papà di Francesco Pio. Lo zio che lo aveva in braccio nel momento dell’aggressione disperato, ha urlato, ha lanciato baci al cielo. Il nonno si è mostrato con il sangue in volto, ha dato diversi colpi sulla bara del piccolo e si è ferito. La mamma, sorretta dalle sue cugine dietro la bara di Francesco Pio, in questo drammatico giorno.
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A parlare oggi con i cronisti, zia Virginia , la donna ha spiegato: “Parlo a nome della famiglia D’Amaro non abbiamo parole per quanto accaduto. Il mio pensiero va a mio nipote che non c’è più. A prescindere di chi sia la colpa, lui non c’è più. Era come un figlio. La mia famiglia chiede solo giustizia. E’ un dolore che solo chi lo ha vissuto può capire“.
La morte di Francesco Pio e i dubbi di chi indaga
Non si smette però di indagare. Ci sono almeno 20 minuti di buco in questa storia. I vicini di casa della padrona dei pitbull hanno raccontato che i cani hanno iniziato ad abbaiare in modo strano e feroce intorno alle 8 e anche la nonna del bambino dice che tutto è successo intorno a quell’ora. Eppure la mamma del piccolo è stata avvistata in farmacia, proprio intorno alle 8, mentre le prime chiamate ai soccorsi sono arrivate intorno alle 8,30. E quello che gli inquirenti non si spiegano è anche un’altra circostanza. Come mai non portare il bambino nel primo centro di soccorso che dista solo pochi metri da casa della padrona dei pitbull, circa 3 minuti di macchina, e aspettare invece i soccorsi che sono arrivati mezz’ora dopo l’aggressione, secondo la ricostruzione? Il piccolo è stato ucciso dai morsi alla testa dei cani, come ha dimostrato l’autopsia, però ci si interroga su queste tempistiche. E le indagini proseguono.