Le risposte di Chiara Ferragni sul Pandoro Gate: cosa ha detto a Che tempo che fa

Le risposte di Chiara Ferragni a tutte le domande sul pandoro gate da Che tempo che fa: chi si aspettava qualcosa di diverso resterà deluso

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Chi si aspettava delle risposte diverse da Chiara Ferragni, o delle domande più ficcanti da Fabio Fazio, sarà rimasto deluso, ma era chiaro che nella puntata di Che tempo che fa in onda il 3 marzo, avremmo ascoltato le medesime cose che l’imprenditrice ha detto sui social e poi anche nella sua intervista al Corriere della sera. Fabio Fazio dal canto suo, con grande professionalità ha posto le giuste domande. Non potendo però entrare nel merito. Perchè il vero problema di tutta la vicenda legata al pandoro gate e a tutto quello che c’è stato dopo è che Chiara Ferragni, ben prima del 15 dicembre 2023, sapeva che forse c’era stato un errore di comunicazione, tanto da bloccare sui social, i commenti con la parola pandoro. E questo molto prima dl Sanremo, della crisi e dell’Antitrust.

Le parole di Chiara Ferragni a Che tempo che fa: la sua versione sul pandoro gate

 “Il 15 dicembre 2023, quando c’è stata la sentenza dell’Antitrust, è stato uno spartiacque. Fino a quel momento pensavo di aver fatto delle classiche operazioni commerciali in totale buonafede e pensavo di non aver fatto nulla di sbagliato. In quel momento mi sono resa conto che evidentemente se alcune persone avevano frainteso le mie intenzioni, quello che avevo detto e scritto, voleva dire che le cose dovevano essere fatte in un altro modo e dovevano essere fatte meglio” ha detto Chiara Ferragni nella puntata di Che tempo che fa del 3 marzo 2024.

Sulla comunicazione dell’operazione del pandoro Balocco: “In fase contrattuale abbiamo chiesto che venisse fatta questa donazione di 50mila euro, ma a noi faceva comunque piacere comunicare la beneficenza. Siamo dell’idea che la beneficenza non sempre debba essere fatta in maniera privata, io stessa l’ho fatta privatamente tante volte, però quando la si fa pubblicamente può creare fenomeni di emulazione, può accendere un faro su delle cause sociali. A me è successo a Sanremo, quando ho deciso di devolvere il mio intero cachet all’associazione D.i.Re., che si occupa di aiutare donne che subiscono violenza fisica, psicologica, economica, e non mi sono limitata a donare il cachet, ma ho cercato di farle parlare in tutte le sedi possibili. La stessa cosa è successa durante il Covid, per creare effetti emulativi, quando io e Federico abbiamo fatto una donazione iniziale di 50mila euro l’uno, che se non avessimo comunicato sarebbe rimasta a 100mila euro. Nel caso del pandoro Balocco, se effettivamente c’è stato un fraintendimento e le persone hanno capito male, le cose potevano essere fatte meglio, c’è stato un errore.”

Sulla percezione di sé: “Ho capito che non devo cercare di essere sempre forte, tutta d’un pezzo e perfetta. Tutti sbagliamo e commettiamo errori, è bello far vedere le imperfezioni. Quando ero piccola guardavo le modelle, le attrici, le cantanti, immaginavo il loro successo e mi dicevo che se un giorno fossi mai arrivata ad ottenere quel successo mi sarei sentita la persona più in pace al mondo, niente mi avrebbe scalfita. Io sono arrivata ad avere degli obiettivi molto più grandi dei sogni che avevo da bambina, eppure le insicurezze che avevo da bambina sono le stesse che mi porto adesso. È importante parlare delle nostre fragilità e delle insicurezze che non vanno mai via, bisogna imparare a conviverci e avere un gruppo di supporto che ti può aiutare anche quando non si crede più molto in se stessi”.

Sui rapporti commerciali e la beneficenza: “Adesso c’è una normativa più chiara per questo tipo di operazioni. Tre giorni dopo che è scoppiato il caso Balocco ho fatto un video perché ero terrorizzata dal non dimostrare la mia buona fede. Volevo che le persone sapessero che quello che era stato fatto, se anche le cose potevano essere fatte meglio, c’era buona fede. Per cui mi sono messa a fare questo video – che poi è stato analizzato varie volte, in cui mi ero anche truccata decentemente e sono stata accusata di essermi ripresa struccata – perché l’idea era far passare il concetto che se avevo sbagliato ero pronta a restituire tutto quello che le mie società hanno guadagnato, perché ero in buona fede. Chiedo scusa e non farò mai più operazioni di questo genere, perché se creano fraintendimenti è sbagliato farle, io non mi voglio più trovare in questa situazione in futuro. Per cui sì, col senno di poi è meglio scollegare rapporti commerciali e beneficenza”.

Queste le parole di Chiara Ferragni nella trasmissione in onda sul Nove.

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