Il discorso di Elena Cecchettin su Giulia e sul femminicidio è così perfetto da non essere per tutti
Lo ha detto più volte Elena Cecchettin: lei continuerà a parlare per Giulia, per le vittime di femminicidio. E lo ha fatto anche ieri sera con un discorso perfetto nel corso della trasmissione Dritto e Rovescio. Il problema è che in questo paese, sono poche le persone a possedere gli strumenti per comprendere le parole di Elena. Lo dimostrano i commenti indignati di chi l'ha attaccata offendendola sui social
Ci vogliono delle basi solide per comprendere le parole di Elena Cecchettin, la sorella di Giulia. E se nel nostro paese, l’italiano medio che guarda la tv alle 21,30 le avesse, il numero dei femminicidi sarebbe decisamente inferiore. Come sarebbero inferiori le denunce di donne maltrattate, picchiate, sopraffatte. Perchè ha ragione Elena: il femminicidio è frutto della società impregnata di patriarcato. Ma quante donne ieri sera hanno compreso le sue parole, quanti uomini lo hanno fatto? A giudicare dai commenti in studio ( lo studio è quello di Dritto e rovescio il programma di Del Debbio su rete 4) ben poche persone hanno capito le parole della sorella di Giulia, che ha dovuto persino sottolineare che ricordava bene come sua sorella era stata massacrata, che non c’era bisogno di ribadirlo. E i commenti successivi ai video del discorso di Elena Cecchettin, ci fanno capire quanto le sue parole siano state perfette ma quanta imperfezione c’è in questa società.
Su una cosa non siamo in pieno accordo con Elena. Quando la sorella di Giulia dice che Filippo Turetta non è un mostro ma un normale ragazzo come tanti dietro la cui apparenza innocua si nasconde l’assassino. Si è vero in parte. Ma quando poi ammazzi una ragazza di 22 anni indifesa, picchiandola, accoltellandola e la getti in un dirupo, dall’essere quel ragazzo della porta accanto, diventi un mostro. Questo resta però, un nostro modesto parere.
Le parole di Elena Cecchettin un discorso troppo perfetto per essere compreso da tutti
Elena ha spiegato di aver accettato l’invito a essere in diretta nella trasmissione di Rete 4 per lanciare un messaggio. Dopo la fiaccolata per sua sorella, ha preso la parola e ha spiegato:
In questi giorni si è sentito parlare di Turetta e molte persone lo hanno additato come un mostro, come un malato. Ma lui mostro non è, perché mostro è l’eccezione alla società. Mostro è quello che esce dai canoni normali della nostra società. Ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupr0. La cultura dello stupr0 è quell’insieme di azioni che sono volte a limitare la libertà della donna. Come controllare un telefono, come essere possessivi o fare catcalling. È una struttura che beneficia tutti gli uomini.
E poi:
In questi giorni si è sentito parlare di Turetta e molte persone lo hanno additato come un mostro, come un malato. Ma lui mostro non è, perché mostro è l’eccezione alla società. Mostro è quello che esce dai canoni normali della nostra società. Ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupr0. La cultura dello stupr0 è quell’insieme di azioni che sono volte a limitare la libertà della donna. Come controllare un telefono, come essere possessivi o fare catcalling. È una struttura che beneficia tutti gli uomini.
Il discorso di Elena Cecchettin sul femminicidio a Dritto e Rovescio
Poi ha concluso:
Il femminicidio non è un delitto passionale. Il femminicidio è un delitto di potere. Il femminicidio è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere un’educazione s*ssuale e affettiva in maniera da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri antiviolenza in modo tale che se le persone devono chiedere aiuto siano in grado di farlo. E per Giulia non fate un minuto di silenzio, per Giulia bruciate tutto.
E il fatto che il conduttore, un giornalista, un uomo di spessore, abbia chiesto che cosa volesse intendere con quel “bruciate tutto” la dice lunga su quanto ci sarebbe da fare e da dire. Peccato che in tv, le femministe, le attiviste, le psicologhe con gli strumenti giusti, le intellettuali, trovino pochissimo spazio mentre chi urla e dice cose becere ferme al 1500, ha sempre la sua poltrona in caldo.