Stupro a Palermo, Ermal Meta: “Come salviamo una ragazza di 19 anni? Qual è la pena?”
Ermal Meta si espone, parla dello stupro di Palermo, della ragazza violentata, non fa finta di niente
Ermal Meta non riesce a far finta di niente, non può dimenticare, a differenza di tanti altri, troppi. Tutti hanno parlato del presunto stupro di gruppo a Palermo, non siamo noi a dovere indagare, a dire cosa è certo, cosa è accaduto davvero ma non sembra ci siano molti dubbi. Ermal Meta usa i mezzi che ha a disposizione per denunciare.
Il cantante non aspetta di scrivere la prossima canzone per denunciare ma usa i social, ci mette la faccia, le parole, sa che esporsi può portare problemi ma è tutto così orribile. Nessuno difende davvero le donne se si continua a permettere violenze sulle donne. Dove sono le pene?
Ermal Meta: “Il sistema educativo ha fallito”
E’ da quando è saltata fuori l’ultima terrificante notizia che riguarda una ragazza di 19 anni violentata da un gruppo di 7 ragazzi che Ermal Meta non trova pace. Ha reagito subito e poco fa sui social ha cercato e sta tentando di fare la sua parte. Se tutti seguissero il suo esempio, senza limitarsi a una frase di dolore per poi dimenticare, le donne potrebbero forse sperare di sentirsi al sicuro.
Punizioni esemplari e certezza della pena, ma Ermal Meta ha subito commentato ciò che tutti sanno bene, che il sistema educativo ha fallito. Ha chiesto a tutti di immaginare di essere quella ragazza con quello che ha vissuto e tutto il calvario da vivere, che la segnerà per sempre.
Ha chiesto a chi è genitore di immaginare tutto e di vedere tra 4 anni, se va bene, quei ragazzi in giro, quelli che lui chiama bestie, che se sono davvero colpevoli tutti dovremmo chiamarli bestie.
Ermal Meta: “Lo vedete l’abisso?”
Conosco persone, donne, che da uno stupro non si sono riprese mai più. Che scattano in piedi appena sentono un rumore alle loro spalle, che non sono più riuscite nemmeno ad andare al mare e mettersi in costume da bagno come se non avessero nemmeno la pelle. Vogliamo salvare e recuperare un branco? Ok, sono d’accordo. Ma come salviamo una ragazza di 19 anni che d’ora in poi avrà paura di tutto? Perché la responsabilità sociale la sentiamo nei confronti dei carnefici e non in quelli della vittima? Se c’è una qualche forma di responsabilità collettiva nei confronti dei carnefici, allora dovremmo provare a sentirci responsabili anche per quella ragazza e per tutte le vittime di stupro perché è a loro che dobbiamo veramente qualcosa, sono le vittime che vanno aiutate a ricostruire la propria vita. Per quanto riguarda le pene esemplari credo che siano assolutamente necessarie per un semplice motivo: nessun atto criminale viene fermato dalla paura della rieducazione, ma da quella della punizione. L’educazione deve funzionare prima che si arrivi a compiere un abominio del genere. Ovviamente siamo tutti garantisti finché la “bomba” non ci cade in casa. Con rispetto, Ermal
Esporsi non giova
Ermal Meta sa bene che esporsi non giova, questo è un messaggio per tutti gli artisti che restano in silenzio. Sono loro che dovrebbero agitare anima ed emozioni, portare chi li segue a ragionare su questi orrori e non solo sulla leggerezza di vivere.