La morte di Andrea Purgatori diventa un giallo: la famiglia vuole la verità dopo le liti tra medici
La famiglia di Andrea Purgatori ci vuole vedere chiaro: diagnosi e cura, adesso servono risposte. Il giornalista poteva salvarsi?
Andrea Purgatori ha passato la sua vita a cercare la verità. Inchieste, reportage, indagini giornalistiche alla ricerca di quello che pochi volevano vedere. E oggi, la sua famiglia, deve svolgere il medesimo lavoro con l’aiuto delle forze dell’ordine visto che intorno alla sua morte, c’è un vero e proprio giallo. La famiglia del giornalista infatti, sembra essere convinta che ci siano stati degli errori medici che hanno portato alla morte del Purgatori.
Il pm Giorgio Orano ha conferito ieri al professor Luigi Marsella del Policlinico di Tor Vergata l’incarico di accertare cause e «ogni altra circostanza utile» a raggiungere una verità sul caso Purgatori. Quello che si teme è che sia stata fatta una terapia che non serviva, per una diagnosi sbagliata. Ma sarà parecchio complicato mettere insieme tutti i tasselli. Saranno gli esperti a dover dare una risposta, dopo l’autopsia che sarà svolta mercoledì pomeriggio. Si indaga al momento per omicidio colposo. Due i medici finiti nell’inchiesta, entrambi dotti della clinica provata Pio XI di Roma.
Il giallo sulla morte di Andrea Purgatori: le ultime notizie
Il quadro investigativo appare particolarmente complicato perché, nel fulmineo progredire della sua malattia, il giornalista aveva chiesto differenti pareri. La famiglia fa sapere che:
gli esperti, alcuni veri e propri luminari, si erano divisi riguardo alla diagnosi di metastasi cerebrali formulata per la prima volta il 25 aprile, in maniera perfino clamorosa . Negli ultimi tempi si sarebbe verificata una lite tra esperti riguardo ai risultati di una Tac. Di qua il professor Gualdi, convinto dell’esistenza di un tumore che dal polmone si era diffuso al cervello. Di là altri esperti, fra i quali il professor Alessandro Bozzao (ordinario di Neuroradiologia alla Sapienza), certi che vi fossero solo ischemie diffuse.
La famiglia, rappresentata dagli avvocati Alessandro e Michele Gentiloni Silveri, ha nominato un suo medico di fiducia per assistere l’autopsia: Vincenzo Pascali, direttore dell’Istituto di medicina legale della Cattolica.
Secondo quanto si legge sul Corriere della sera, Purgatori aveva chiesto anche un altro parere, recandosi a Milano, precisamente a Rozzano presso il centro Humanitas. Secondo la famiglia, anche in quel caso, i medici avevano parlato di ischemie diffuse.
Dunque le domande che la famiglia si pone al momento sono: Purgatori è stato sottoposto a una terapia erronea? E questo ha inciso sulle sue aspettative di vita? Tra le ipotesi prende forma quella che a causare il decesso del giornalista, debilitato anche dalla radioterapia, possa essere stata un’infezione, una pericardite settica.
Mercoledì sera potrebbero arrivare le prime risposte, e non si esclude che chi indaga possa chiedere anche un altro parere esterno per poter mettere un punto a questa triste vicenda che di certo sta provocando grande sofferenza.