La morte di Michele Merlo si poteva evitare? Per i Nas negligenze e superficialità da parte dei medici
Si torna a parlare della morte di Michele Merlo: per i Nas non ci sono dubbi, il cantante poteva essere salvato e parlano di negligenza e superficialità
Quante volte in questi mesi i genitori di Michele Merlo e tutte le persone che lo amavano, sono state costrette a porsi la stessa domanda: poteva essere salvato? Nessuna sentenza, nessuna indagine potrà ridare ai genitori del cantante la felicità di averlo ancora al loro fianco. Ma se c’è qualcuno che ha sbagliato, giustizia deve essere fatta. Nelle ultime ore ci sono state delle novità che riguardano proprio le indagini sulla morte di Michele. Il cantante ed ex concorrente di talent show Michele Merlo si sarebbe potuto salvare. Non sarebbe guarito, ma nemmeno sarebbe morto come è accaduto il 6 giugno scorso. I genitori di Michele vogliono comprendere chi ha sbagliato, che cosa si poteva fare. Il giovane soffriva di una leucemia fulminante che poteva e doveva essere diagnosticata da chi ha visto quei lividi, da chi anche in ospedale ha rimandato indietro il giovane.
Le ultime notizie riguardano il lavoro che è stato svolto dai Nas. Secondo quanto si apprende, nelle relazioni presentate sul caso, i Nas metterebbero invece in dubbio la correttezza dell’operato di due medici, oltre al medico di base del giovane Michele.
La morte di Michele Merlo poteva essere evitata? Le ultime notizie
Eppure nessuno si è accorto della gravità delle condizioni di salute di Michele. La malattia è stata trattata prima come uno strappo muscolare e poi come una tonsillite. L’accusa è che la sua morte è il risultato di una serie di negligenze. Per questo la Procura di Vicenza ha iscritto sul registro degli indagati il medico di base di Merlo. Non sarebbe l’uomo, il solo ad aver peccato di negligenza ( serviranno comunque delle sentenze prima di trarre delle conclusioni sulle responsabilità). Ma nell’informativa dei carabinieri del Nas emerge che anche un altro dottore avrebbe trattato il paziente con superficialità. I dottori erano stati “assolti” dagli ispettori inviati dalla Regione.
Ricostruendo gli ultimi giorni di vita di Michele, e le sue visite mediche in cerca di qualcuno che potesse aiutarlo a stare meglio, si è scoperto che il cantante era stato anche visitato a Bologna il 2 giugno. Il medico in quel caso gli aveva diagnosticando una tonsillite. Questo dottore non è indagato perché in quella data le condizioni del cantante erano già disperate. Per i Nas, comunque, i due dottori, «trattando con superficialità i sintomi suggestivi di leucemia, ne ritardavano la diagnosi compromettendo l’esito delle cure». Secondo i consulenti della Procura di Bologna, se la terapia corretta fosse stata somministrata a partire dal 27-28 maggio, il giovane avrebbe avuto «una probabilità di morte precoce pari a 5-10 per cento».