Il dramma di Fabrizio Corona nella sua lettera: pronto a morire, si è maciullato a morsi un braccio
La lettera di Fabrizio Corona da Non è L'Arena: pronto a morire per i suoi diritti
Nella puntata di Non è l’Arena in onda il 21 marzo 2021, Massimo Giletti ha letto alcuni estratti di una lettera che Fabrizio Corona è riuscito a mandargli. Sono 11 giorni che Corona è in ospedale, al Niguarda di Milano, dopo il suo arresto. 11 giorni di sciopero della fame. Come ha già raccontato sua madre Gabriella in una intervista per il Corriere della sera, la preoccupazione è tanta. Fabrizio è una persona malata e potrebbe arrivare anche a togliersi la vita. Massimo Giletti racconta il dramma di Corona, quello che sta affrontando in questi giorni. Legge dei messaggi molto crudi: Fabrizio gli racconta di come abbia deciso di mangiarsi parte del braccio, per cercare di togliersi i punti, convinto di avere ancora del vetro dopo lo scontro con gli agenti e la rottura dell’ambulanza. Una sorta di gesto di cannibalismo quasi, che viene raccontato in modo nudo e crudo da Giletti nel corso della trasmissione.
La lettera di Fabrizio Corona a Massimo Giletti
Fabrizio Corona scrive a Massimo Giletti perchè vuole che si racconti quello che sta succedendo in ospedale, mentre attende di essere trasferito in carcere: “Dite che sto male. Voglio che sappiano quello che mi è successo. Ho chiesto di andare in bagno a fumare: mi hanno dato un accendino. Sono controllato a vista. Mi sono seduto sul wc a dorso nudo: ho visto la ferita sul mio braccio che mi sono provocato pugnalandomi con una biro“.
Vedendo quella ferita è scattato qualcosa nella testa di Corona: “A quel punto scatta qualcosa nel mio cervello. Sono da solo. Mi avvicino la bocca alla ferita, riesco ad afferrare i punti della ferita. Riesco a romperli. Schizza il sangue ovunque. ” Sul petto, sulla faccia, sulle braccia, il suo sangue è ovunque.
Nel suo messaggio Corona continua: “Assaporo uno strano sapore, mi piace. Sono convinto che nella ferita ci siano i pezzi di vetro del finestrino dell’ambulanza che ho rotto”. E continua a mordersi il braccio ormai in preda a questo gesto che non riesce a fermare: “Cinque infermieri entrano in bagno, vedono che sto mangiando il mio braccio. Mi rendo conto che sono uno psicopatico nel reparto di Psichiatria. Da qui non posso uscire, c’è una grande finestra dove entra luce. Durante il giorno bevo solo acqua e caffè d’orzo. Mi sono rasato i capelli, e quando mi taglio i capelli vuol dire guerra”. E poi conclude: “Massimo devi sapere che quando mi sono maciullato il braccio non ho sentito nulla. Sono pronto a morire per i miei diritti”.