Verso il nuovo DPCM, dallo stop ai viaggi tra regioni alle nuove chiusure: le indiscrezioni
In arrivo un nuovo DPCM con altre restrizioni e un possibile lockdown per le grandi città: domani Conte in Parlamento
Sarebbe previsto per domani un nuovo intervento di Giuseppe Conte in Parlamento; secondo le ultime notizie, domani 2 novembre 2020, il Premier dovrebbe riferire le nuove misure di restrizione e un nuovo DPCM che dovrebbe entrare in vigore da subito, con delle nuove chiusure e delle decisioni che dovrebbero, ancora una volta, evitare il lockdown generalizzato. Al momento quelle che trapelano sono indiscrezioni che potrebbero essere confermate domani dal Premier. La direzione anticipata già ieri è quella di individuare le zone rosse da isolare su base provinciale, come suggerito dagli esperti del Cts sulla base dei livelli di rischio. Sotto la lente di ingrandimento ci sono finite Lombardia, con una particolare attenzione a Milano, e la Campania. Si è anche parlato di un possibile lockdown per le grandi città che potrebbe interessare Milano, Roma, Napoli e Bologna ma De Luca, governatore della Campania, avrebbe già fatto sapere di non essere d’accordo, avendo bisogno, nella sua regione, di misure ancora più dure.
VERSO UN NUOVO DPCM: ECCO CHE COSA POTREBBE CAMBIARE PER EVITAR UN SECONDO LOCKDOWN
Secondo le indiscrezioni pubblicate su Open, il giornale on line diretto da Enrico Mentana, queste sarebbero le restrizioni che il Governo sta pensando:
–stop agli spostamenti tra regioni, se non per motivi di lavoro o necessità legate a salute e rientro al proprio domicilio, in generale per «comprovate esigenze»;
–coprifuoco su tutta Italia dalle 20, anticipando quindi l’orario fissato oggi in alcune regioni alle 23 in altre a mezzanotte;
–chiusura dei centri commerciali nei weekend;
-Didattica a distanza dal 75% al 100% per tutti gli studenti delle scuole superiori e le università, possibile il coinvolgimento anche per le terze medie
Si valuterebbe poi il lockdown per i grandi centri ma, come detto in precedenza, i governatori delle regioni sembrano non essere d’accordo con questa eventualità. Mancano ancora delle ore di dibattiti e confronti prima di stabilire quello che per l’Italia potrebbe cambiare nelle prossime ore. Francia, Germania e Gran Bretagna, come anche il Belgio, hanno preso delle decisioni importanti che dovrebbero permettere di rallentare il contagio e ora si aspetta che anche l’Italia faccia qualcosa di simile anche se le proteste continuano a caratterizzare questi difficili giorni con contagi in continuo aumento e terapie intensive sempre più piene, con ospedali non covid costretti a diventare tali. E questo significa, purtroppo, che molti pazienti che avrebbero bisogno di cure per altre problematiche, sono costretti a ore e ore di attesa. E’ un sistema al collasso che può reggere ancora per poco.