Attualità Italiana

Omicidio Sarah Scazzi, Sabrina Misseri potrebbe lasciare il carcere prima di ottobre

Omicidio Sarah Scazzi, Sabrina Misseri potrebbe lasciare il carcere prima di ottobre. Ecco le ultime notizie

Sabrina e Cosima Misseri, figlia e moglie di Michele, dall’inizio di questa triste vicenda proclamano la loro innocenza. Eppure da sei anni, sono in carcere con l’accusa di omicidio: sono state loro, secondo la giustizia italiana che si è espressa per due volte nello stesso modo, a uccidere Sarah Scazzi, la sedicenne di Avetrana, cuginetta e nipote delle due donne. Manca ancora un grado di giudizio, quello definitivo che metterà il punto a questa storia. Ma proprio a pochi mesi dall’inizio del processo, arriva una clamorosa rivelazione sulle sorti di una delle due condannate; si tratta di Sabrina Misseri che a quanto pare potrebbe presto lasciare il carcere. Il 15 ottobre, infatti, scade il termine massimo di custodia cautelare che, al netto di proroghe e sospensioni, non può durare più di sei anni. E così, a causa del ritardo nella scrittura della sentenza d’Appello, potrebbe attendere a piede libero lʼultimo atto in Cassazione.

Ma come è possibile che, dopo tanto tempo, ancora non ci sia stata la scrittura di questa sentenza? I motivi di questo slittamento sarebbero legati agli impegni del giudice relatore Susanna De Felice (presidente della corte era invece Patrizia Sinisi, di recente nominata presidente della corte d’appello di Potenza) nella commissione d’esami per il concorso in magistratura hanno portato, proroga dopo proroga, all’attuale situazione di stallo, oggetto di attenzione da parte del ministero della Giustizia. Difficile quindi immaginare che si possa arrivare al 15 ottobre con le motivazioni trascritte.

Per la madre di Sabrina Misseri, Cosima Serrano, anche lei condannata in Appello all’ergastolo come la figlia, invece i termini della custodia cautelare scadono il 26 maggio del 2017, a sei anni dal suo arresto avvenuto il 26 maggio del 2011. Non ci resta che attendere aggiornamenti su questa strana vicenda che getta ancora una volta ombre sulla burocrazia nel nostro paese.



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