Attualità Italiana

Lettera aperta della mamma di Marco Vannini: non nominate più mio figlio

La lettera aperta di mamma Marina che chiede ai legali di Ciontoli di non nominare più suo figlio, Marco Vannini. Il dolore della donna nelle sue parole

Il dolore di una mamma è straziante, due genitori non dovrebbero mai dire addio a un figlio. Non dovrebbero farlo nel modo in cui lo hanno dovuto, purtroppo fare Valerio e Marina, i genitori di Marco Vannini. Il loro ragazzone aveva solo 20 anni, è uscito di casa per andare a trascorrere delle ore di gioia con la sua fidanzata e in casa sua, dai suoi genitori non è più tornato. Mamma Marina non lo ha potuto stringere forte a sè, mentre lui moriva lei era in macchina, correva verso l’ospedale dove pensava che i medici avrebbero curato suo figlio. Ma non è stato possibile, era troppo tardi. Marco è morto mentre altri dottori cercavano di salvarlo, su un elicottero. Dopo la decisione dei giudice di rinviare a giudizio la famiglia Ciontoli, i legali della difesa hanno rilasciato diverse dichiarazioni, come del resto devono fare, essendo i difensori, appunto. Mamma Marina però vuole che ci sia rispetto e lo chiede con una lettera aperta con la quale chiede che il nome di Marco non venga mai più fatto.

IL TESTO DELLA LETTERA DI MAMMA MARINA 

“Sto assistendo in questi giorni alle pietose dichiarazioni degli avvocati dei Ciontoli e di Viola Giorgini i quali affermano che si stanno prodigando affinché la verità sulla morte di mio figlio venga accertata. Mi chiedo come fanno a sostenere, con una difesa disperata, che il mio Marco non sia stato ucciso dal comportamento di una “famiglia” di presunti assassini. Non bastano le schiaccianti prove a loro carico a far capire quanto sia stato crudele il loro comportamento? Capisco che il vostro lavoro vi imponga dei doveri che a volte vanno ben oltre la decenza e la dignità. Come potete dormire tranquilli sapendo che un ragazzo di 20 anni, a cui è stata tolta la vita, chiede giustizia. Ma una cosa me la dovete, nel rispetto del mio dolore, non nominate mai più il nome di mio figlio e poi potete anche continuare, magari tappandovi il naso, il vostro “lavoro”. Se avete un briciolo di umanità e di dignità sono sicura che nel profondo della vostra coscienza vi augurerete di aver torto e che i colpevoli paghino per le loro colpe. Allora forse potrete dormire con la coscienza a posto.
Mamma Marina



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