La morte del piccolo Loris un incidente? I punti deboli della versione di Veronica Panarello
Com'è morto davvero il piccolo Loris? Veronica Panarello confessa dicendo che si è trattato di un incidente ma ci sono troppi punti deboli nella sua ricostruzione dei fatti
Veronica Panarello in una sorte di confessione ha raccontato una nuova versione dei fatti che riguardano la mattina del 29 novembre 2014, la mattina in cui sui figlio Loris, un bambino di otto anni, è morto. Dopo aver raccontato per quasi un anno a stessa storia, ossia di aver portato suo figlio a scuola e di non averlo trovato all’uscita, a pochi giorni dalla udienza preliminare per il processo che la vederà imputata con l’accusa di omicidio, la donna cambia la sua versione. Da un anno Veronica e il suo avvocato raccontano a tutti che Loris a scuola c’è andato, che non era lui il bambino dei fotogrammi di fronte casa che mostrano chiaramente il piccolo rientrare invece che uscire in macchina con sua madre; per un anno ci hanno detto che i video non mostravano il vero percorso di Veronica, ci hanno detto che questa mamma era innocente. E sull’innocenza non saremo di certo noi a sindacare ma una cosa è certa, i punti che non tornano, i punti deboli nella versione di Veronica Panarello, l’ultima in ordine di tempo, sono davvero tanti. E lo sottolinea anche l’avvocato di Davide Stival, marito di Veronica, parlando di una ricostruzione davvero poco credibile nella puntata di Chi l’ha visto in onda il 18 novembre 2015.
Torniamo alla versione di Veronica: la donna racconta che una volta rientrata in casa trova il piccolo Loris morto, dice che immagina che il bambino stesse giocando con delle fascette, toglie forse quella che ha intorno al collo, e che è morto. Lei presa dal panico, per paura o non si sa bene per cosa, decide di non chiamare un parente, suo marito e neppure i soccorsi ma carica, sempre secondo il suo racconto, il bambino in macchina e lo porta nel canalone. Il dubbio che lascia un velo di angoscia però non riguarda questa improbabile ricostruzione ma il fatto che forse Loris, se si fossero chiamati i soccorsi, poteva essere ancora vivo ( lo stesso ragionamento vale nel caso in cui in preda a un qualche raptus la donna abbia volutamente cercato e poi ucciso suo figlio). Ma perchè questa ricostruzione di Veronica fa acqua? La prima cosa riguarda le fascette: quelle intorno ai polsi del bambino non sono state messe come se fossero dei braccialetti, e quindi durante un gioco, ma i polsi del bambino sono uno accanto all’altro. Ci deve esser stata una seconda persona a legare i polsi del piccolo, quindi un intervento esterno. Non ha potuto farlo da solo. Chi è stato? E poi la ricostruzione di quella giornata, dal mancato acquisto del panino per il piccolo Loris a tutto quello che Veronica ha fatto in un secondo momento per crearsi anche un alibi.
Saranno i giudici a decidere certo, ma quello che si spera è che Veronica possa invece al più presto raccontare tutta la verità, non la sua verità ma quello che davvero è successo nella casa di Santa Croce Camerina lo scorso anno. Verità per il piccolo Loris che aveva solo otto anni e non potrà conoscere il bello e il brutto di questa vita.
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