Caso Marco Vannini: Antonio Ciontoli cambia versione, suo figlio Federico dice la sua a Chi l’ha visto
Le ultime notizie sul caso Marco Vannini: a Chi l'ha visto parla anche Federico Ciontoli, altro indagato in questa vicenda. Antonio Ciontoli intanto cambia versione
Il caso Marco Vannini ancora al centro di una puntata di Chi l’ha visto. Dopo la nuova versione sui fatti di quella sera in casa Ciontoli, data appunto da Antonio, ascoltiamo un altro racconto. Per la prima volta sentiamo parlare un componente della famiglia Ciontoli. Si tratta di Federico, il figlio di Antonio Ciontoli che in una lunga telefonata con la giornalista di Chi l’ha visto prova a spiegare quella che è la sua posizione. Una telefonata complicata, indecifrabile per certi aspetti ma una cosa appare chiara: il ragazzo più volte dice alla giornalista che nessuno al di fuori sa che cosa sia successo in quella casa e che per questo non si può giudicare. “Per colpa vostra siamo tutti assassini” dice Federico al telefono spiegando che la verità è stata raccontata nelle sedi opportune ma non in tv dove si fanno solo ipotesi senza nessun fondamento. Federico sembra riconfermare l’ultima versione data da suo padre: “Noi non eravamo in quella stanza, io personalmente ho sentito un rumore” queste le parole del ragazzo che sembra voler dire qualcosa in più alla giornalista di Rai 3 ma non lo fa e per l’ennesima volta non sappiamo nulla di certo di quello che è accaduto nella villetta di Ladispoli, la villetta in cui Marco è stato ucciso.
LE ULTIME NOTIZIE SUL CASO MARCO VANNINI: FEDERICO CIONTOLI A CHI L’HA VISTO
La giornalista gli fa notare che sulla sua testa pende una forte accusa, quella di omicidio. Federico risponde: “Ma lei sa cosa vuol dire indagato, indagato non vuol dire colpevole” su questo il ragazzo ha ragione. Federico inoltre ribadisce che ha cercato di parlare con i genitori di Marco ma che loro non lo hanno voluto ascoltare. La famiglia Vannini però è ferma sui suoi passi e non crede alle parole del ragazzo come non crede neppure alla nuova versione data da Antonio Ciontoli.
La scorsa settimana vi avevamo parlato infatti di quelli che dovrebbero essere i risultati della perizia balistica e della perizia sulla pistola. I periti della famiglia Vannini hanno già dimostrato che la pistola del Ciontoli è difettosa per cui doveva essere necessariamente armata per poter sparare, questo vuol dire che il colpo non è partito in modo accidentale. E infatti adesso il Ciontoli al pm Alessandra D’Amore ha fornito una nuova versione. Pensava infatti che la pistola fosse scarica, l’ha puntata per scherzo contro Marco, non si sa bene se per farlo spaventare o per gioco, e ha sparato. Non avrebbe mai pensato che l’arma fosse carica. Inoltre avrebbe ribadito che insieme a lui non c’era nessuno, che Martina e Federico sarebbero arrivati solo in un secondo momento per aiutarlo a portare Marco sul letto in attesa di andare in ospedale. Il resto della storia è noto.
L`omicidio di Marco Vannini e´il crimine piu`efferato di cui io abbia mai avuto notizia.Essere sparato in una casa ritenuta sicura a 20 anni,allorquando si crede di essere immortali e si vive di sogni,invocare disperatamente aiuto alle uniche persone presenti senza riceverlo,vedere il suo sangue caldo scorrere sul suo corpo senza che nessuna di loro facesse un gesto o un tentativo per tamponare l`emorragia,ascoltare la montagna di bugie che quelle stesse persone comunicavano ora al 118 ora ai suoi genitori e,pertanto,intuire e avere la certezza della sua condanna a morte,sentire le forze venire meno e la coscienza obnubilare inesorabilmente,tutto questo marasma deve essere stato per il povero Marco un addio terribile e crudele.
Sono appassionato di armi, ma non conoscevo le caratteristiche della pistola con cui il povero Marco è stato assassinato. Se funziona davvero così (e non ho motivo per dubitarne) la frase del suo omicida (o della sua omicida?) deve essere cambiata da: “Pensavo che fosse scarica” a: “Ero certo che fosse carica”. Condanna esmplare per tutti gli indagati!!!
il tontoli nasconde qualcosa e copre qualcuno se abbiamo questi militari nei nostri corpi speciali siamo a cavallo visto che non sanno neanche maneggiare una semplice pistola.
Come si può commentare una fidanzata che a poche ore dalla morte di Marco Vannini cerca di difendere e consolare il padre che ha sparato e che avrebbe potuto salvarlo chiamando il 118 e con sincerità ammettere di aver sparato il colpo accidentalmente? , non si commenta ,si agisce, in galera a vita è basta
Quello che meraviglia e fa pensare e’ come mai non finiscono tutti in galera dopo aver ammazzato un ragazzo di venti anni,pensate che corona per quattro foto di m.. e’ stato condannato a 13 anni di carcere e questi ammazzano un ragazzo e vedrete che nessuno di loro si fara’ piu’ di qualche mese se se lo fara’ ai domiciliari!
Spero che i giudici abbiano figli e si immedesimino nella situazione, soprattutto alla grande sofferenza della famiglia della vittima e del povero Marco che ha avuto una morte lenta e atroce.
Resistito per ben quattro ore ad uno sparo e quindi a dolori lancinanti ed essere consapevole che la sua testimonianza sarebbe stata scomoda e quindi già certo del suo destino .