Brescia, fermati due sostenitori dell’Isis: progettavano attentato a Roma e Milano
Arrestati a Brescia due sostenitori dell'Isis che stavano organizzando assalti terroristici a Roma e Milano: si tratta di un tunisino e di un pakistano...
Blitz della Digos che a Brescia ha fermato due sostentori dell’Isis che stavano progettando di assaltare Roma e Milano, una sorta di attentato: nelle intercettazioni telefoniche i due parlavano in italiano, esprimendo tutto il loro odio verso il mondo occidentale. Fermati in tempo, per fortuna, dalla Polizia Postale che da tempo stava indagando. I due sostenitori dell’Isis infatti stavano da tempo svolgevano attività di istigazione continuativa pubblica in rete. Due arresti dunque: un tunisino e un pakistano che avevano creato l’account twitter Islamic_State in Rome e progettavano di assaltare prima la capitale italiana e poi Milano. Senza nascondersi troppo, i due sostenitori dell’Isis inneggiavano alla violenza e all’odio contro tutto il mondo occidentale.
Dalle indagini è emerso che i due arrestati parlavano tra di loro in italiano non avendo una lingua comune attraverso la quale comunicare. Vivevano in Italia da molti anni, precisamente a Manerbio, in provincia di Brescia, ma non avevano mai abbandonato il tentativo di vendetta contro l’Italia, paese che li ospitava da tempo. E per questo motivo da molto si stavano accordando per organizzare un grande attacco terroristico, bloccato in tempo dalla Digos di Brescia che ha poi reso noti alcuni dei messaggi che i due arrestati si scambiavano. Siamo nelle vostre strade. Siamo ovunque. Stiamo localizzando gli obiettivi, in attesa dell’ora X. L’ora X per fortuna non è arrivata perché altrimenti oggi saremmo qui a raccontare un’altra storia.
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Ma le indagini della Polizia Postale di Brescia, che aveva già messo le mani sui messaggi incriminati a fine aprile, non si fermano qui: c’è da capire infatti se, oltre al tunisino e al pakistano arrestati, altre persone stavano partecipando alla organizzazione dell’assalto a Roma prima e Milano poi.
Insomma le indagini non si fermano con l’arresto dei due uomini perché la Polizia postale di Brescia continua ad indagare: il pericolo Isis, purtroppo, è sempre vivo.