Attualità Italiana

Michele Buoninconti trasferito a Verbania: gli avvocati chiedono il rito abbreviato

Le ultime notizie sul caso Elena Ceste: la difesa di Michele Buoninconti ha chiesto per lui il rito abbreviato. Inoltre Michele sarà trasferito in un altro carcere

Michele Buoninconti resta in carcere con l’accusa di aver ucciso sua moglie, Elena Ceste ma qualcosa cambia per lui. In primis il posto in cui dovrà restare in carcere in attesa del processo: da Asti viene infatti trasferito a Verbania dove sconterà gli altri giorni da presunto assassino di sua moglie. E poi i suoi legali hanno deciso sul come agire: chiesto per lui il rito abbreviato che, lo ricordiamo, equivarrebbe, in caso di condanna, allo sconto della pena di un terzo. In questi giorni gli amici di Elena, guidati da Morena, avevano cercato di fare in modo che non si arrivasse a questo punto ma la legge italiana non impedisce, anche nei casi di omicidio di chiedere il rito abbreviato per cui i legali del Buoninconti avevano il diritto di farlo e lo hanno fatto. Intanto emergono i primi dettagli sulla vita da carcerato di Michele: un detenuto modello come se ne vedono pochi in carcere. E come se non bastasse Michele, visto che deve essere ancora giudicato, non è stato sospeso dal servizio e percepisce quindi metà dello stipendio. Per chi crede che Elena sia stata uccisa senza pietà da suo marito, tutti questi dettagli fanno davvero riflettere e pensare. TUTTE LE DONNE DI MICHELE: LEGGI QUI

“Michele Buoninconti continua a dirsi innocente, certo che emergerà la realtà”, hanno detto i legali del vigile del fuoco, Chiara Girola e Massimo Tortoroglio, che questa mattina hanno depositato la richiesta del rito abbreviato nell’ufficio del gip di Asti. “La scelta del nostro assistito – aggiungono – è stata dettata dal fatto di voler evitare l’eccessiva esposizione mediatica, nell’interesse preminente dei quattro figli“. La famiglia Ceste, invece, si dice convinta che l’abbreviato sia stato chiesto solo per ottenere lo sconto di un terzo della pena.

Per Michele il tempo in carcere trascorre all’insegna delle preghiere e dell’arte. Va tutte le domeniche in chiesa, si dedica molto alla religiosità anche dei suoi compagni. Disegna e dipinge: tutti soggetti che hanno a che fare con il mondo della religione.

Secondo quanto leggiamo su La Stampa, Michele aspetta con ansia che il Tribunali gli accordi il permesso di potere incontrare i suoi figli, visto che i nonni materni a cui sono stati affidati, non si opporrebbero, come hanno specificato i legali di parte civile, Deborah Abate Zaro e Carlo Tabbia di Torino.  E i familiari di Elena invece, in particolare i suoi genitori, aspettano con ansia di avere il nome dell’assassino della loro figlia. Elena era una giovane mamma e lo ricordiamo, è morta senza che facesse nulla di male per meritare una simile fine.



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