‘Ndrangheta operazione Bicefalo: scacco alla cosca Piromalli
Blitz contro ‘ndrangheta a Gioia Tauro: l’imprenditore Annunziata trascina in manette altre undici persone. Cade l'impero commerciale della cosca dei Piromalli?
Gira intorno alla figura di Alfonso Annunziata l’operazione anti ’ndrangheta ribattezzata “Bicefalo” che questa mattina a Gioia Tauro ha portato all’arresto di 11 persone e al sequestro preventivo di beni di 12 società locali per un valore totale di circa 210 milioni di euro. L’imprenditore si ritiene legato a doppio filo alla potente cosca Piromalli fin dagli anni ’80. Annunziata inizialmente, secondo la ricostruzione degli inquirenti, fu vittima di intimidazioni nella sua attività commerciale e per questo strinse un patto col capocosca Giuseppe Piromalli. Con le spalle coperta è arrivato, partendo come venditore ambulante, a costruire il più grande centro commerciale della regione, oggi finito sotto sequestro.
BLITZ CONTRO ‘NDRANGHETA: TRENTA ARRESTI A ROMA
Un vero e proprio impero commerciale sorto all’ombra della malavita organizzata: oltre ad essere il più grande della regione è tra i maggiori di tutto il sud Italia. Pare che a comprare il terreno, poi intestato ad annunziata, siano stati proprio i Piromalli. Una gallina dalle uova d’oro tanto che il clan se la contendeva con gli antichi alleati dei Molè con i quali arrivò ad una vera e propria faida tra cosche.
L’operazione è stata portata a termine in collaborazione con il Nucleo speciale di Polizia valutaria e dallo Scico di Roma. Le persone fermate dovranno rispondere di associazione per delinquere di stampo mafioso, contraffazione, frode in commercio, ricettazione e vendita di prodotti industriali con elementi mendaci. Le fiamme gialle hanno quindi portato alla luce una rete di società e imprenditori che operavano come costola economica della ‘ndrangheta ottenendone in cambio protezione e aiuti economici. Il blitz con i conseguenti sequestri, coordinato coordinata dal procuratore Federico Cafiero de Raho e dal sostituto Roberto Di Palma, rappresenta quindi un colpo pesante per il potente clan dei Piromalli che, negli anni, era riuscito a gestire le attività illecite dell’area Tirrenica della Provincia di Reggio Calabria.