Shock a Padova: bimbo di un anno sfigurato a morsi dalla compagna all’asilo
Incredibile la storia che arriva dalla provincia di Padova, precisamente da Polverara. Un bambino di un anno è stata sfigurato all'asilo da una sua compagna più grande. 40 morsi senza che le maestre si accorgessero di nulla
Asili italiani ancora una volta sotto accusa e la domanda resta sempre la stessa: perchè non autorizzare la presenza delle telecamere? Un fatto davvero gravissimo è accaduto a Padova. Un piccolo di un anno è stato sfigurato a morsi da una bambina di poco più grande mentre si trovava all’asilo. Come abbiamo detto in precedenza la storia arriva dal Veneto, precisamente da Padova. Ma come è possibile che una bambina abbia avuto il tempo di aggredire a morsi il suo piccolo compagno senza che nessuno se ne rendesse conto? Per la ricostruzione della vicenda, come potrete immaginare, abbiamo a disposizione solo il racconto della maestra che si è resa conto forse troppo tardi di quello che stava accadendo nell’asilo.
La ricostruzione– Secondo il racconto della maestra il bambino potrebbe esser stato aggredito durante la pausa del riposino. E infatti la donna lo ha scoperto solo allora: al termine del riposino pomeridiano, è andata a svegliare il bambino, lo ha trovato ricoperto da oltre una quarantina di morsi su viso, schiena, gambe, braccia e anche piedi. Il piccolo è stato portato al pronto soccorso pediatrico. I genitori hanno sporto denuncia increduli di fronte all’accaduto. La vicenda è accaduta in un asilo nido di Polverara, a due passi da Piove di Sacco.
Ma è possibile che il bambino non abbia sentito nulla mentre la compagna lo riempiva di morsi? La maestra, ascoltata dalle forze dell’ordine, ha raccontato che il bambino stava piangendo ma in modo lieve come si fa di solito durante il pisolino per questo ha reputato opportuno non andare a svegliare il piccolo. I genitori del bambino, che ha subito un grande shock e che ha riportato delle gravi ferite, hanno deciso di andare avanti nella loro ricerca della verità denunciando quindi anche alla stampa l’accaduto.
“Abbiamo voluto denunciare il fatto – ha raccontato il padre del piccolo al quotidiano “Il Gazzettino” – non tanto per ottenere un risarcimento quanto per ribadire che cose del genere non devono succedere. Sono intollerabili. I bambini piccoli vanno tenuti sotto stretta sorveglianza”.
E hanno proprio ragione questi genitori: si lasciano i bambini a scuola o all’asilo con la speranza che questi posti siano sicuri e ricchi di amore. E invece troppo spesso le storie che si ascoltano lasciano davvero senza parole.
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