Elisabetta e Maria Belmonte: fu suicidio
Potrebbe chiudersi il caso Belmonte: Maria ed Elisabetta si sarebbero suicidate
Sembra essere arrivata la svolta tanto attesa nel caso di Elisabetta e Maria Belmonte. Lo scorso anno gli occhi di diversi programmi come Chi l’ha visto e Quarto Grado erano puntati alla villetta di Domenico Belmonte, padre e marito delle due donne. Da anni di loro non si avevano più tracce fino a quando arrivò la macabra scoperta: Maria ed Elisabetta furono trovate morte murate in una specie di sotto scala. Oggi i risultati di quello che potrebbe esser successo: fu suicidio. Così si esprimono i consulenti della Procura che hanno fatto tutte le indagini del caso. Le ipotesi erano due: che il responsabile della morte delle due donne fosse Domenico Belmonte o che mamma e figlia, afflitte da una forte depressione avessero deciso di suicidarsi.
Sembra sia la seconda ipotesi quella a trovare conferma nelle analisi fatte sui corpi di Maria ed Elisabetta. Sono 360 pagine le pagine in cui il prof. Francesco Introna scrive quello che dovrebbe essere successo alle due donnne. La relazione è stata depositata ieri, il consulente della Procura di Santa Maria Capua Vetere ipotizza che Elisabetta Grande e Maria Belmonte si tolsero la vita assumendo un potente farmaco. Il consulente è arrivato a questa conclusione dopo aver raccolto diversi dati: Introna non ha riscontrato segni di violenza sulle ossa né eventuali tracce di strangolamento o soffocamento alla base della mandibola; sono state invece rilevate tracce di un ansiolitico usato contro i disturbi del sonno, il Lormetazepam (conosciuto con il nome commerciale di Misian), che, se assunto in dosi massicce, può portare al coma e alla morte.
La figura di Domenico Belmonte però non finisce in un angolino, anzi. Gli esami scientifici hanno confermato anche la presenza di acido muriatico e di un topicida, che, secondo Introna, sarebbero serviti “per lavare ripetutamente le salme”. Probabile quindi che Belmonte sapesse che le due donne avessero deciso di togliersi la vita e che si “prendesse cura di loro”. Perchè non chiamare qualcuno? Perchè non rivelare questa triste vicenda?