Pavia, segregata in casa in stato di schiavitù dal fratello: mangiava solo se spacciava
Sequestrata e costretta in schiavitù da suo fratello: non mangiava se non spacciava. Succede in provincia di Pavia
Una storia di degrado profondo arriva dalla provincia di Pavia. Protagonista, suo malgrado una giovanissima ragazza che era tenuta segregata in casa, in stato di schiavitù, e costretta da suo fratello e dalla cognata a vendere cocaina. Secondo quanto riportano i quotidiani locali che si sono occupati del caso, la ragazza, una diciottenne, poteva mangiare solo dopo aver fatto il suo dovere che consistenza nello spaccio. Nel caso si fosse rifiutata, invece, restava a digiuno. Un vero e proprio incubo per la ragazza venuta in Italia con la speranza di costruirsi una vita. Sono stati i carabinieri della compagnia di Vigevano (Pavia), guidati dal capitano Rocco Papaleo, ad occuparsi di questo caso. I Carabinieri stavano indagando su un giro di spaccio e hanno scoperto anche questa triste vicenda.
Il fratello della ragazza, 26 anni, e sua moglie, 22 anni, anche lei marocchina, dovranno rispondere di percosse, riduzione in schiavitù e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Come mai la ragazza è arrivata in Italia? Secondo quello che hanno scoperto i Carabinieri sarebbero stati i genitori della giovane a convincerla. Le avevano detto di arrivare in Italia, passare del tempo in casa di suo fratello come ospite per avere poi una vita migliore. La ragazza è andata ad abitare in un appartamento di Mortara, in Lomellina, nel Pavese. Subito dopo essere arrivata, però, ha scoperto che il fratello e la cognata avevano organizzato un giro di spaccio di cocaina nel territorio al confine tra la provincia di Pavia e quella di Novara. Per lei quindi è iniziato un vero e proprio incubo.
La ragazza avrebbe anche cercato di ribellarsi e di scappare ma sarebbe stata vittima di violenza più volte.