Canone speciale, la Rai chiede denaro ai titolari di partite IVA
La Rai chiede denaro anche ai titolari di partite IVA con l'introduzione di un canone speciale
La Rai chiede denaro anche ai titolari di partite IVA. L’introduzione di un canone speciale su misura per loro ha scatenato non poche polemiche. I titolari di partite IVA sono i destinatari della comunicazione inviata direttamente dal concessionario del servizio pubblico. La Rai sta richiedendo il versamento di un canone speciale: una quota di importo maggiorata che sono tenuti a corrispondere, come scritto nella nota, coloro che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell’ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto.
In allegato alla lettera è presente un bollettino precompilato per il versamento di un importo pari a 407,35 euro, il cui importo è deducibile dal reddito di impresa. La decisione presa da parte della tv pubblica è stata oggetto di polemica. Inoltre, il “popolo” dei titolari di partite IVA non l’ha presa bene. Questo canone speciale ha fatto indispettire tutti. La non facile situazione finanziaria della Rai e l’alto numero di canoni non pagati ha fatto pensare che il servizio pubblico, anziché rivedere e migliorare i suoi standard, sia andato a colpire anche altri soggetti.
Il canone Rai diventa flessibile, ecco in base a cosa si pagherà – LEGGI QUI
In molti richiedono un canone in base al reddito e servizi di ricezione migliori. Non ha senso pagare canone pieno se poi molti canali nemmeno si vedono e non tutti hanno una connessione tale da permettere di vedere i canali in streaming. Inoltre, anziché colpire le partite IVA, potrebbe verificare meglio chi è non paga il canone.