Bossetti si dichiara innocente: la sera dell’omicidio ero a casa e non conoscevo Yara
L'unico sospettato sul caso dell'omicidio di Yara Gambirasio, Massimo Giuseppe Bossetti, si dichiara innocente. Non conosceva la vittima e quella sera non era in casa, queste le sue parole
Massimo Bossetti, presunto assassinio di Yara Gambirasio, si dichiara innocente. La sera dell’omicidio, l’uomo ha detto di essere in casa e ha spiegato che non conosceva la piccola. La legale dell’uomo fermato per l’assassinio della 13enne ha spiegato che ha risposto a tutte le domande del gip. Dopo due giorni di silenzio, finalmente Bossetti ha deciso di parlare e ha dichiarato di non conoscere Yara – se non dopo l’ovvia rilevanza mediatica che ha avuto la vicenda – e che la sera dell’omicidio era a casa. Tuttavia, non si spiega come sia possibile che il suo DNA sia stato ritrovato sugli indumenti della ragazza. Infine, ha anche spiegato di aver appreso con certezza soltanto oggi che il suo vero padre non è Giovanni Bossetti.
I test del DNA, però, non lasciano dubbi: Bossetti è il figlio illegittimo di Guerinoni. Questa notizia lo ha sconvolto. Il gip di Bergamo, Ezia Maccora, si è riservata di decidere sulla convalida del fermo di Massimo Giuseppe Bossetti al termine dell’interrotatorio in carcere. Alle guardie del carcere, appena arrivato, si era così confidato: “Sono un padre, ho tre bambini: uno ha 13 anni, la stessa età di Yara. Non l’ho uccisa io, non farei mai un’atrocità del genere“. Secondo lui, gli inquirenti, non avendo alcun colpevole, hanno dato la colpa a lui. La moglie dell’uomo ha spiegato che quando si discuteva in casa del caso di Yara è sempre stato tranquillo.
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La ribalta mediatica che ha avuto la vita di Bossetti ha assunto una connotazione eccessiva e lesiva dei suoi diritti. Vige la presunzione di innocenza e questo profluvio di notizie sul suo conto gli ha rovinato la vita. Se poi si scoprisse che le forze dell’ordine hanno preso un abbaglio, sarà quasi impossibile tornare alla normalità per lui. Alfano è stato il primo a vantarsi di aver preso l’assassino – come se lui avesse fatto qualcosa – e il magistrato di Bergamo ha giustamente ripreso chi ha fatto trapelare le notizie varie. L’opinione pubblica deve sapere, questa la giustificazione del Ministro dell’Interno, ma i diritti di un uomo che non è ancora stato dichiarato colpevole sono più importanti.
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Inoltre, sembra che nessuno abbia pensato alla corretta crescita dei figli di lui: vedere le foto del padre su tutti i canali non farà certo bene alla loro personalità. La storia non può dirsi conclusa finché la giustizia non lo avrà dichiarato ufficialmente colpevole. Al momento, la sua figura del “mostro” è stata data in pasto all’opinione pubblica.
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Il tutto ricorda un breve racconto del fine umorista e giornalista Ennio Flaiano, che nel 1955 raccontò di come i media trattarono il caso della decapitata di Castel Gandolfo. Dunque, è ancora presto per dire che la storia si è conclusa ed è ancora presto per dare giudizi sul presunto assassino. Insomma, lui si dichiara innocente e dice che la sera dell’omicidio era in casa. Inoltre, non la conosceva. Non resta che aspettare.