Pomezia, il doce solo ai bambini ricchi: qual è la verità?
Interrogazione urgente di Sel contro il sindaco grillino che a Pomezia ha previsto due menù diversi con o senza dolce. E' veramente discriminazione per chi paga meno?
Polemica sull’amministrazione a 5 stelle del sindaco di Pomezia Fabio Fucci: Sel ha richiesto un’interrogazione urgente contro la previsione di due menù diversificati nella mensa scolastica. Il primo costa 4,40 centesimi e prevede anche il dolce. Il secondo (4 euro) non dà diritto al dessert. L’opposizione ha definito il provvedimento una “vergognosa discriminazione degli alunni”. A puntare il dito contro la proposta di politica partecipativa sono in prima linea i senatori del Pd, Valeria Fedeli e Raffaele Ranucci che hanno parlato di cultura discriminatoria già in età scolastica e peraltro in una scuola pubblica. Ma l’attenzione del provvedimento ha veramente natura esclusivamente economica?
Difficile crederlo vista la differenza di appena 40 centesimi. I 5 Stelle di Pomezia si difendono evidenziando come la richiesta di eliminare il dolce dal menù (risparmiando si anche qualche centesimo) sia partita proprio da molti genitori. Il dessert infatti non influisce sulla completezza di un pasto e molto spesso i bambini non mangiavano il dolce a mensa ma lo portavano in classe. Non solo: alcuni genitori si erano anche opposti a dolci preconfezionati per motivi legati all’educazione alimentare dei figli.
DIPENDENZA DA MERENDINE: ZUCCHERI COME ALCOL
Ci sono molte mamme che preferiscono preparare i dolci in casa con ingredienti freschi. Piuttosto che tagliare il dolce in maniera autoritaria l’amministrazione grillina di Pomezia ha voluto dare ascolto alle richieste dei genitori prevedendo la scelta tra menù ordinario e alternativo. Fucci ha precisato che nella proposta non sussistono ragioni discriminatorie, tantomeno in un momento sociale come quello del pranzo.
MENSE SCOLASTICHE: CASI DI AVVELENAMENTO
Il menù alternativo è apparso quindi come la scelta meno traumatica per evitare la divisione nelle classi. I 5 Stelle quindi chiudono puntando il dito contro la tecnica della disinformazione in campagna elettorale per Europee e difendono la soluzione adottata come quella più equa dal punto di vista del compromesso: “togliere infatti a tutti i bambini il dolce ci avrebbe garantito la nomina di dispotici tiranni, viceversa, lasciare tutto com’era sarebbe stato interpretato come chiaro segno d’insensibilità verso le richieste avanzate dai cittadini”
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