Cina, il figlio 11enne copia il compito in classe: picchiato a sangue e ucciso dal padre
In Cina, un figlio di 11 anni copia il compito in classe a scuola. Il padre lo ha picchiato a sangue e ucciso
In Cina, un bambino di 11 anni copia il compito in classe e viene picchiato a sangue e poi ucciso dal padre. Il figlio frequentava una scuola di Hagzhou, in Cina. Un uomo ha ammazzato di botte il figlio perché si era reso colpevole di aver copiato durante un compito in classe. L’episodio è avvenuto sulla costa orientale della Cina ed è stato amplificato dai media. Questo perché, negli ultimi tempi, sono aumentati i casi di maltrattamenti su minori. È stato lo stesso padre a portare il ragazzo in ospedale. Quando si è reso conto che aveva smesso di respirare per le percosse, lo ha preso e portato nel nosocomio più vicino. I dottori hanno riscontrato lividi sulla schiena e sul collo e hanno disposto il ricovero dell’11enne.
Il bambino è morto il giorno dopo. Dunque, il figlio di soli 11 anni copia il compito in classe a scuola e il padre, disonorato, lo ha picchiato a sangue e ucciso. Voleva dargli una lezione, ma ha esagerato con le botte. Questo è solo uno degli episodi che stanno facendo mobilitare l’opinione pubblica cinese. Diverse persone si sono mobilitate, su internet, nei mesi scorsi per chiedere la fine dei maltrattamenti sui bambini. Qui vige ancora la convinzione che le punizioni corporali siano un metodo di educazione dei minori.
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Tra le persone che sono intervenute per chiedere la fine dei maltrattamenti, più di qualcuna ha asserito che la causa sarebbe determinata dall’eccessiva competitività a scuola. Tempo fa, fu proprio un italiano, Tiziano Terzani, – che visse parte della sua vita in Cina – a dire che la scuola andava riformata poiché insegna ai bambini a competere con gli altri e non con se stessi.
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In questo caso, il figlio di un uomo è stato picchiato e ucciso a sangue perché copia il compito di classe dal vicino di banco. Forse proprio per timore di essere superato nella competizione dai compagni. Ovviamente, il padre non ha nessuna giustificazione.