Finale Coppa Italia, tifosi napoletani feriti: partita sospesa
Finale di Coppa Italia sospesa: tre tifosi napoletani feriti, uno in modo grave è in ospedale. Si cera di capire se si giocherà o meno
Si sta decidendo in questi minuti il da farsi. Doveva essere una serata di festa, di calcio come aveva chiesto anche Papa Francesco E’ una serata diversa. La finale di Coppa Italia parte male, fuori dal campo con una notizia che lascia i tifosi napoletani senza parole. Tre ragazzi sono stati feriti poco lontano dallo stadio ma non ci sarebbero scontri con i tifosi. O per meglio dire: il ragazzo ferito, che sarebbe in ospedale in codice rosso, sarebbe stato raggiunto da colpi di arma da fuoco ma in una situazione che non ha nulla a che fare con la partita Fiorentina-Napoli. Sarebbe stato il proprietario di un vivaio a sparare al ragazzo pensando che si trattasse di un ladro.
Ecco quanto riporta Il messaggero:
Tre tifosi del Napoli sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco in circostanze ancora da chiarire, in viale di Tor Quinto, prima del match di Fiorentina-Napoli. Uno di loro, centrato al torace, è gravissimo ed è ricoverato in ospedale. La sparatoria, che non avrebbe alcuna relazione con gli scontri tra tifoserie, è avvenuta all’interno di un vivaio poco distante dal luogo di ritrovo dei supporter partenopei, arrivati nella Capitale per seguire la finale di Coppa Italia. Pare che a sparare sia stato proprio il proprietario del vivaio. Altri tifosi sarebbero invece rimasti feriti in scontri con le forze dell’ordine.
Sono le 21,10 Hamsik parla con i tifosi del Napoli per rassicurare delle condizioni in cui il tifoso si trova in ospedale. Piovono in campo fumogeni che feriscono sia tifosi che personale dello stadio.
Alle 21,15 arrivano altre notizie: sembra che la partita si giocherà
Il prefetto di Roma ha assicurato che si tratta di fatti estranei che non hanno nulla a che fare con la partita, riferendosi alla sparatoria che ha coinvolto un ragazzo napoletano. Si resta in attesa del comunicato che sarà letto dallo speaker in campo.
Si starebbe procedendo all’interrogatorio dei protagonisti di questa sparatoria. Intanto gli allenatori attendono di sapere che cosa succederà.
Alle ore 21,30 i tifosi del Napoli fanno segno: si può giocare, ma ovviamente la decisione era stata già presa dalle forze dell’ordine e dalle due società anche perchè si è appurato che la persona ferita non è stata vittima di un agguato o di qualcosa di simile.
La partita si inizia e Alessandra Amoroso conta l’inno tra i fischi. Ancora un’immagine squallida, ancora una parola, schifo.
Un piccolo appunto che prescinde la notizia: è stata una serata squallida dal primo all’ultimo minuto. Dal fatto che sia stata diffusa una notizia falsa al fatto che siano i tifosi a dare il loro permesso per giocare una gara. I petardi che come sempre entrano in campo e non si capisce come sia possibile, un capitano che deve andare sotto la curva, uno stadio in cui nessuno dice nulla. Non un messaggio, non un annuncio, non una specifica. Una pagina da dimenticare che finisce con i fischi ad Alessandra Amoroso che deve cantare l’inno di Mameli. Lo fa e viene fischiata. I tifosi hanno perso un’occasione per mostrare la loro civiltà: sarebbe bastato cantare tutti insieme l’inno per dimostrare almeno una volta un pizzico di unione quella che nel nostro paese sembra solo di convenienza.
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