Attualità Italiana

Roma, per i medici il bambino è morto: poi nasce sano

Un caso di malasanità che fa discutere: un feto dato per morto nasce invece vivo e sano. E' la denuncia di una giovane mamma ricoverata al Fatebenefratelli di Roma. La notizia ha suscitato molti commenti e polemiche sul web

Lascia senza parole la storia di una partoriente di Roma che, rassegnata all’idea di portare in grembo un feto morto ha invece dato alla luce un bellissimo bambino in salute. E’ successo all’ ospedale Fatebenefratelli di Roma.

Un lieto fine che però non ha fatto dimenticare alla donna la sofferenza seguita alla proposta di aborto terapeutico del feto considerato morto da parte dell’equipe medica: “non si può sbagliare con la vita” ha detto la neo mamma che ha denunciato la struttura ospedaliera dell’Isola Tiberina. I medici infatti non avevano lasciato speranza “tanto alla quinta settimana bisognerà procedere col raschiamento”. Ma Maria S. non si è arresa e tre mesi e mezzo fa ha dato alla luce il suo bambino, vivo e sano. La giovane donna, già mamma di un’altra bambina, aveva infatti da subito considerato quella diagnosi troppo frettolosa e drastica. “E’ per questo che ha deciso di non procedere con l’aborto terapeutico”. In alternativa al raschiamento i medici le avevano anche proposto l’assunzione di un farmaco diretto a provocare l‘espulsione del feto. Maria ha comprato il farmaco ma non ha avuto il coraggio di andare fino in fondo e di prenderlo. E suo figlio deve la vita a questa sua determinazione e sesto senso. Dopo una settimana, su consiglio del medico di base, esegue nuovi controlli e l’ecografia conferma la sua sensazione: l’embrione è vivo. Il neonato nasce il 2 dicembre del 2013, con parto naturale: pesa tre chili e mezzo ed è sano. Dopo la gioia per Maria è tempo di giustizia: “Nei pronto soccorso il personale deve essere altamente qualificato. Non si può sbagliare con la vita. Se non avessi seguito il mio istinto sarei stata io stessa la carnefice di mio figlio”. E certamente le indagini serviranno ora ad individuare i responsabili di una diagnosi errata e superficiale. La malasanità spaventa sempre ma quando si gioca con la salute di neonati o bambini c’è solo da rabbrividire.



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