Sequestrata la centrale elettrica di Vado Ligure. C’è nesso tra emissioni e morti
Avviato il sequestro della Tirreno Power di Vado ligure in seguito alle verifiche effettuate dai consulenti del ministero dell'Ambiente e della Procura. C'è nesso tra le emissioni della centrale elettrica e le morti nelle zone limitrofe
Il Gip del tribunale di Savona, Fiorenza Giorgi, ha accolto la richiesta della Procura di sequestrare la centrale elettrica a carbone di Vado Ligure.
La magistratura, che da tempo indaga sulle emissioni dell’impianto, ha chiesto il sequestro in seguito alle verifiche effettuate dai consulenti del ministero dell’Ambiente e della Procura, da cui sarebbe emerso il mancato rispetto di alcuni limiti imposti dall’Autorizzazione integrata ambientale. La centrale ha quindi già iniziato a spegnere gli impianti di produzione di energia.
A fine febbraio scorso la Procura aveva acquisito un verbale dell’Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale del ministero dell’Ambiente e sull’attività di Tirreno Power erano già stati aperti due filoni d’inchiesta, uno per disastro ambientale e una per omicidio colposo. Tra gli indagati c’è Giovanni Gosio, ex direttore generale dimessosi alcune settimane fa e il direttore dello stabilimento Pasquale D’Elia.
Il nesso tra le emissioni e le morti – La prova del disastro ambientale doloso con inevitabile conseguenza sulla salute dei cittadini starebbe nell’aumento delle malattie e nella rarefazione dei licheni. Secondo la procura di Savona infatti, i fumi della centrale avrebbero causato 442 morti tra il 2000 e il 2007. Per il procuratore Francantonio Granero l’impianto avrebbe inoltre causato “tra i 1.700 e i 2.000 ricoveri di adulti per malattie respiratorie e cardiovascolari e 450 bambini sarebbero stati ricoverati per patologie respiratorie e attacchi d’asma tra il 2005 e il 2012”.
I guai di Sorgenia – L’impianto è al 39% della società del gruppo Cir di De Benedetti – che è a capo di Sorgenia – e al 50% di Gaz de France. Ora, proprio mentre Sorgenia sta trattando con le banche la ristrutturazione degli oltre 1,8 miliardi di euro di debiti, la situazione si complica notevolmente.
Capitolo lavoratori – I sindacati hanno chiesto al prefetto di Savona Gerardina Basilicata di convocare con urgenza un incontro con l’azienda, le autorità locali e la Regione per esaminare il sequestro della centrale di Tirreno Power di Vado Ligure. Secondo fonti sindacali, sono circa 700 i lavoratori addetti direttamente alla produzione di energia o che lavorano per ditte appaltatrici o nell’indotto. I lavoratori hanno lasciato la centrale dopo l’arrivo dei carabinieri che in mattinata hanno posto i sigilli. Una delle voci che circolano è quella della messa in cassa integrazione dei 170 addetti diretti ai gruppi a carbone. Altri 80 lavorano nel resto della centrale. “Siamo allibiti per la portata del provvedimento deciso dal tribunale e richiesto dalla Procura. Già domani chiederemo di essere ricevuti dal Prefetto Gerardina Basilicata per poi essere convocati urgentemente dal ministero. Una situazione del genere è decisamente pesante e non ce l’aspettavamo” sottolinea Maurizio Perozzi della Rsu. “Sono due gli aspetti che gravano sulla centrale – afferma invece Pino Congiu, segretario della Uilcem di Savona -, uno riguarda le rigorose prescrizioni imposte dall’Aia. L’altro è la crisi che da tempo grava anche in questo settore. Non vorremmo che questa chiusura potesse avere delle conseguenze gravi anche sui lavoratori”.
Tirreno Power – Tirreno Power “intende continuare ad operare nel pieno rispetto della legge, difendendo il suo diritto a fare impresa in modo responsabile, così come ha sempre fatto”. Questo è quanto si legge in una nota dell’azienda successiva alla dichiarazione di sequestro nella quale si evince che la Tirreno Power concluderà stanotte lo spegnimento dell’unità alimentata a carbone VL3 della centrale di Vado Ligure. “Il provvedimento di sequestro è complesso, è allo studio dei tecnici e dei legali, che lo stanno valutando in tutte le sue implicazioni”.
L’avviso di Greenpeace – “Già lo scorso giugno lo avevamo denunciato: quella di Vado Ligure è la centrale a carbone più letale in Italia. Secondo uno studio realizzato per Greenpeace dall’Università di Stoccarda, le sue emissioni sono causa di 120 morti premature l’anno. Insieme ad altre associazioni ambientaliste ci siamo costituiti contro l’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) che ne autorizza il funzionamento e abbiamo presentato un esposto sul livello emissioni. Ci costituiremo parte civile nei procedimenti contro Tirreno Power”.