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Legge elettorale: Forza Italia frena sull’Italicum ma Renzi rimane fiducioso

La legge elettorale è irreversibile e sarà una rivoluzione. Le parole di Matteo Renzi risuonano a Montecitorio ma il lodo D'Attorre destabilizza il centrodestra. Forza Italia minaccia

Dopo due rinvii, questo pomeriggio l’Aula della Camera comincerà finalmente ad affrontare la riforma elettorale, con la possibilità di approvarla entro pochi giorni. Alfaniani, il fronte composito della minoranza democratica ed altri piccoli partiti della maggioranza di governo, chiedono che si vincoli l’entrata in vigore dell’Italicum alla riforma del Senato. E il lodo D’Attorre fa infuriare Forza Italia.

“La legge elettorale è irreversibile. Ce la facciamo, la portiamo a casa. E sarà una vera rivoluzione”. Matteo Renzi, nonostante la frenata di Forza Italia sull’Italicum, è fiducioso. Ieri sera ai suoi ha detto: “Siamo alla stretta finale, possiamo davvero portare a casa la legge elettorale entro la settimana. L’accordo è alla portata, ma si devono superare ancora varie difficoltà”. Tra queste c’è il partito di Silvio Berlusconi.

Le minacce di Toti – “Matteo Renzi deve stare attento – afferma Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, intervistato da Repubblica -, sta dilapidando nel giro di poche settimane l’enorme credito che aveva acquisito nei confronti del Paese, dei suoi elettori e delle altre forze politiche. Noi ci siamo fidati di lui. Se saltasse l’accordo, allora tutto tornerebbe in discussione e anche la nostra linea muterebbe repentinamente. Noi stiamo ai fatti e ai patti – spiega il nuovo delfino del Cavaliere -, Renzi aveva detto che la legge elettorale sarebbe stata la sua prima riforma già nel mese di febbraio. Febbraio è finito, siamo al 4 di marzo. A questo punto, la riforma così come è stata sottoscritta deve essere approvata. E subito, senza ulteriori tentennamenti. Piccoli correttivi sono possibili, ma certo non provvedimenti che snaturino il senso dell’accordo siglato da Berlusconi e Renzi. Il riferimento è a tutto ciò che posticiperebbe l’entrata in vigore della legge”. Infine, Toti dichiara fieramente che “Berlusconi non è scomparso ma è attivissimo, sta incontrando varie categorie, sta lavorando all’organizzazione dei club e alle Europee. A breve si lancerà nella campagna elettorale. Insomma, come promesso, resta in campo e al centro della vita politica italiana”.

Lodo D’Attorre – Alfredo D’Attorre (Pd) ha proposto una modifica “di mediazione” per la legge elettorale, un emendamento, simile ad altri già depositati, che “elimina anche dal titolo della legge ogni riferimento al Senato”. “Credo che un’intesa ampia ci possa essere – afferma D’Attorre -,aspettiamo di sapere se Forza Italia è d’accordo. Dimostrerebbe così di essere seriamente impegnata nella riforma del Senato”. Ma dal gruppo di Berlusconi arriva il no secco: “Cambiare la legge elettorale solo per la Camera creerebbe solo caos, caos che la Corte Costituzionale non potrà far altro che dichiarare illegittimo alla prima occasione – replica Renato Brunetta -, si tratta dell’ennesimo ricatto a cui dovrà rispondere il neo Presidente del Consiglio, che non può tornare indietro rispetto a quanto già annunciato e pattuito con le maggiori forze politiche”.

Una cosa è certa: la legge elettorale potrà entrare in vigore solo dopo la riforma costituzionale del Senato, insomma, finché non sarà riabilitato il bicameralismo (lodo Lauricella). La Camera ha quindi programmato 26 ore di dibattito. Il voto sugli emendamenti potrebbe davvero concludersi tra la fine di questa settimana e quella successiva. Sono una cinquantina i nuovi emendamenti depositati che si sommano alle 406 già presentate e ai 136 subemendamenti, arrivando a sfiorare quota 600. Ma, a causa del contingentamento, non tutti saranno esaminati. I gruppi potranno infatti mettere in votazione in totale circa 300 emendamenti al testo. Con quali criteri verranno scelti o scartati? Difficile dirlo. Il vero problema comunque non sarà dettato tanto dalle tempistiche, quanto dal fatto che un accordo vero e proprio tra i partiti non è mai stato raggiunto.

Eppure, per Renzi, la legge elettorale è “irreversibile”.

 



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