Attualità Italiana

Lavoro, disoccupazione record. Un milione di occupati in meno dall’inizio della crisi

Disoccupazione giovanile a livelli record. Cala ancora il numero degli italiani con un'occupazione e in molti lavorano con il contratto in scadenza, o scaduto

L’allarme lanciato dall’Istat è un urlo che spacca i timpani. Ed è evidente quanto il nostro Paese sia alla deriva. Basti pensare che tra il 2008 e il 2013, i cosiddetti anni della crisi, si contano 984 mila occupati in meno. Ma non è tutto.

Alla luce dei risultati statistici della media annua, l’Istat ha divulgato gli allarmanti dati della disoccupazione italiana ed anno dopo anno la situazione diventa sempre più drammatica. Nell’anno passato, per esempio, gli occupati sono diminuiti di 478 mila (-2,1%) rispetto al 2012. Si tratta dell’anno peggiore dall’inizio della crisi. Nel 2013, il tasso medio di disoccupazione è arrivato al 12,2%. Era al 10,7% l’anno precedente. Un record negativo che, secondo le stime, potrebbe ulteriormente peggiorare.

Capitolo giovani –  La situazione più drammatica riguarda questa categoria: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni a gennaio è pari al 42,4%. Si tratta del tasso più alto sia dall’inizio delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. I giovani in cerca di un lavoro sono 690.000. Al sud, il tasso di disoccupazione dei giovani nel 2013 ha raggiunto il 51,6%, in aumento di 4,7 punti rispetto al 2012; al Nord è del 31,2%. Al gennaio scorso, risultavano occupati 937 mila giovani tra i 15 e i 24 anni, in calo dello 0,7% rispetto al mese precedente (-7 mila) e del 9,4% su base annua (-97 mila). Il tasso di occupazione giovanile, pari al 15,6%, diminuisce di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,5 punti nei dodici mesi.

L’occupazione (in generale) – Al gennaio scorso, risultavano occupati 22 milioni 259 mila italiani, sostanzialmente invariati rispetto al mese precedente ma in diminuzione dell’1,5% su base annua (-330 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,3%, è diminuito di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,7 punti rispetto a dodici mesi precedenti. L’occupazione – secondo quanto riportato dall’Istat – è diminuita su base mensile per effetto del calo della componente femminile (-0,2%) non compensato dall’aumento di quella maschile (+0,1%). Su base annua invece il calo dell’occupazione si registra sia tra gli uomini (-1,7%) sia tra le donne (-1,1%). Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,2%, resta invariato rispetto al mese precedente ma diminuisce di 1,1 punti percentuali su base annua. Quello femminile, pari al 46,4%, diminuisce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,4 punti rispetto a dodici mesi prima.

Contratti scaduti e in scadenza – Stando a quanto rilevato dall’Istituto nazionale di statistica, sono scaduti e dunque in attesa di rinnovo ben 51 contratti di lavoro collettivi, che interessano ben 8,5 milioni di lavoratori. In anni recenti non era mai accaduto che così tanti italiani lavorassero secondo contratti non rinnovati. I lavoratori impegnati in settori con il contratto scaduto rappresentano infatti il 66,2% dei dipendenti del totale del sistema economico e il 56,3% di quelli al lavoro nel settore privato. L’attesa per il rinnovo: 24,5 mesi per l’insieme dei dipendenti e 11,8 mesi per quelli del settore privato. In vigore rimangono 23 contratti, a definire il trattamento economico di 4,4 milioni di dipendenti, pari al 33,7% del monte retributivo.



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