Dal Mondo

Uganda, legge shock: ergastolo per gli omosessuali

Il presidente dell'Uganda Yoweri Mouseveni ha firmato la contestata legge che criminalizza l'omosessualità e che prevede anche l'ergastolo

Ieri pomeriggio è stata firmata e messa in vigore la cosiddetta legge anti-gay. Il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni, ignorando gli appelli di mezzo mondo, ha di fatto introdotto una legge che criminalizza l’omosessualità e che tra l’altro, prevede per i “trasgressori” anche l’ergastolo.

“Ci dispiace che voi in Occidente viviate come vivete – ha commentato il presidente dell’Uganda ai giornalisti di tutto il mondo – ma noi non ci intromettiamo. La bocca è fatta per mangiare e per baciare, il sesso orale omosessuale fa venire i vermi”. I gay sono “anormali” e le lesbiche ” affamate di sesso a causa di matrimoni sbagliati con uomini sbagliati”. Dichiarazioni shock quelle del primo uomo di Kampala, in linea tuttavia con il tabù imperante nel continente africano. I rapporti dello stesso sesso, di fatti, sono vietati in 38 nazioni.

La campagna anti-gay – L’entrata in vigore della nuova legge, sembrerebbe essere il risultato di una campagna cominciata nel marzo del 2009. La particolarità del caso, sta nel fatto che ha cominciarla siano stati 3 predicatori evangelisti americani. A denunciarlo fu il prete anglicano dello Zambia Kapya Kaoma: “La crociata – sostenne il prete – è partita dopo l’arrivo a Kampala di Scott Lively, Caleb Lee Brundidge e Don Schmierer”. Lively è uno storico revisionista già autore di libri omofobi (secondo lui – riporta Repubblica – i nazisti erano tutti omosessuali e il movimento gay sta cercando di prendere il potere nel mondo). Brundidge si definisce “ex gay convertito” e numerose sono le sue iniziative di “guarigione” per riportare gli omosessuali sulla retta via dell’eterosessualità. Schmierer infine è un rappresentante di Exodus International, gruppo la cui missione sarebbe quella di “mobilitare il corpo di Cristo per portare grazia e verità in un mondo colpito dall’omosessualità”.

No all’imperialismo sociale – I richiami degli altri Paesi ed il monito degli stessi Stati Uniti di “tagliare gli aiuti” non sono serviti a nulla. Quelli, sono solo “tentativi di imperialismo sociale” ha affermato Museveni durante la firma. Ora, la crociata anti-gay è compiuta.

Altri esempi – Sempre in Africa, più precisamente in Kenya, i gay sono condannati con pene che vanno dai 5 ai 14 anni. Ben più pesanti le pene in Iran e in Arabia Saudita. In Iran, la legge prevede la sentenza capitale per i reati “più gravi”. Per quelli meno gravi, tipo “mostrare un’identità omosessuale”, sono previste le arcaiche frustate. Anche in Arabia Saudita, come negli Emirati Arabi Uniti è prevista la pena capitale. In Qatar, invece c’è l’ergastolo mentre in Bahrain sono previsti 10 anni di carcere.

In Occidente – Proprio in questi giorni, a Phoenix, Arizona, i parlamentari hanno approvato una legge che consente alle aziende e agli esercizi commerciali di rifiutarsi di fornire servizi ai gay, appellandosi al Primo Emendamento della Costituzione, ossia, al rispetto dei diritti religiosi.



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