Krizia venduta ai cinesi, continua la crisi dei marchi italiani
Krizia non è più italiana. Ennesimo marchio made in Italy a finire in mani straniere
Shenzen Marisfrolg Fashion, è questo il nome del gruppo cinese fondato dall’imprenditrice Zhu Chingyun, che in aprile acquisirà in toto la divisone moda di Krizia, ennesimo marchio italiano comperato da società straniere.
La lista è lunghissima – La crisi si fa sentire è i grandi marchi italiani continuano ad essere venduti all’estero. Basti pensare a Bulgari, la gioielleria italiana fondata nel 1800 “conquistata” dalla Lvmh di Bernard Arnault. O a Loro Piana, marchio del celebre cachemire ceduto anch’esso la scorsa estate al gruppo francese. Che dire poi di Poltrona Frau, ultimo dei grandi marchi made in Italy ad essere stato ceduto da Montezemolo per 213 milioni di euro. E non dimentichiamoci di Paul Zilieri, Fendi e Pomellato. Insomma, Krizia allunga una lista già di per sé lunghissima di marchi ceduti.
“Siamo felici di avere incontrato la signora Zhu – ha commentato Mariuccia Mandelli, storica fondatrice del marchio – con cui mi sono trovata subito in profonda sintonia. Penso che abbia la forza e il talento per continuare al meglio il nostro lavoro e portare Krizia a raggiungere nuovi successi nel mondo”. Cosa che quindi, con ogni probabilità, la Mandelli e i suoi collaboratori non sarebbero riusciti a fare. Nel 2012, infatti, il fatturato della maison è sceso da 18,6 a 10,8 milioni ed anche l’utile è calato vistosamente. Anche la manager cinese, tuttavia, si è detta orgogliosa e determinata a dare continuità allo stile di Krizia, con collezioni tutte made in Italy. La Zhu si è detta inoltre “decisa a rafforzare il mito di Krizia nel mondo, seguendone lo stile e ripetendone i grandi successi”.
L’operazione – La chiusura formale, come anticipato prima, è attesa entro aprile. In una nota della maison milanese si legge infatti che “le pratiche di ufficializzazione dell’accordo sono ancora in corso”. Tuttavia, già per febbraio 2015 si attende la prima collezione del nuovo corso e nei prossimi cinque anni si prevedono le aperture di nuovi esercizi Krizia in Cina (ovviamente) in Giappone, in Europa e negli Stati Uniti.
La fine di un sogno – La cessione come unica strada da percorrere. Nel 2011 il gruppo della Mandelli, l’imprenditrice bergamasca alla guida del marchio dal ’57, fatturava come detto 18,6 milioni di euro, mentre nel 2012 si era già scesi a 10,8. Sempre nel 2012 venne ceduto il contratto d’affitto della boutique di Roma, in Piazza di Spagna. La stessa sorte toccò qualche mese dopo al negozio Parigino del marchio. Avvisaglie della fine.
La nuova Krizia – Il Shenzhen Marisfrolg Fashion, nonostante il nome impronunciabile, promette bene. Fondato nel 1933 dalla succitata Zhu Chongyun è divenuto un vero e proprio impero finanziario. Insomma, Krizia è finita in buone mane. Ma non è più italiana.