News e Cronaca

Le tappe per il Governo Renzi: sabato la squadra e lunedì la fiducia

Renzi è pronto a fare il premier. Sabato presenterà la sua squadra a Napolitano e lunedì verrà chiesta la fiducia. Il calvario dell'ex sindaco potrebbe finalmente finire. O cominciare...

Ci siamo quasi e Renzi non vede l’ora. Alla giovane età di 39 anni, l’ex sindaco di Firenze è pronto a vestire i pericolosissimi “panni da premier”. Dopo le difficili consultazioni di ieri, intorno alle 19, il segretario del Pd ha incontrato il presidente della Repubblica Napolitano. Entro sabato verrà presentata la nuova squadra di Governo e lunedì verrà chiesta la fiducia.

Un giornata interminabile quella passata ieri da Matteo Renzi: dalle 10 del mattino alle 20 della sera passando da Berlusconi e Forza Italia all‘incontro scontro con Beppe Grillo e la delegazione del Movimento 5 Stelle. Che dire poi della visita al Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, solo “per parlare dell’attuale situazione congiunturale”, ci tiene a rimarcare poi Bankitalia, senza alcun riferimento a nomi per l’esecutivo. Ed infine, il “liberatorio incontro con Napolitano”. Un incontro nel quale si è entrati molto nel merito delle cose. Così fonti del Nazareno descrivono il colloquio tra il presidente della Repubblica e il premier incaricato Matteo Renzi. Alla fine di una giornata cruciale, Renzi ha fatto il punto nella sede del Pd con Graziano Delrio e l’impressione è che il quadro complessivo per il governo è sempre più chiaro. “Siamo molto avanti con il lavoro, con qualche nodo ancora da sciogliere”.

Il nodo più stretto Napolitano, per esempio, pare essere preoccupato per la tenuta internazionale del Governo in alcuni ministeri chiave come quello dell’Economia e quello degli Esteri. Renzi, dal canto suo, pur sfoggiando il più radioso degli ottimismi, nasconde insito il timore di replicare il lavoro di Letta, cioè quello di non riuscire a fare nulla di ciò che ha promesso. Quello tra Napolitano e Renzi, per esempio sul ministero dell’Economia, non è un braccio di ferro ma poco ci manca: il Quirinale, insieme a Bankitalia, vorrebbe si privilegiasse la continuità, riproponendo in sostanza Saccomani, mentre Renzi in alternativa al politico offrirebbe un tecnico come il professore Guido Tabellini, di alta statura internazionale ma, ovviamente, privo di esperienza di governo. Lo stesso discorso, più o meno, varrebbe per la Farnesina: ancora la Bonino? Staremo a vedere, Renzi vorrebbe cambiare.

Capitolo Alfano – “Renzi – scrive Marco Conti del Messaggero – ha raccontato al Capo dello Stato che intende fare un governo ‘Renzi-Renzi’ e non un governo ‘Renzi-Alfano’ che tanto somiglia ‘al governo Letta-Alfano’. Quindi Alfano, secondo il racconto del segretario del Pd, dovrebbe rimanere fuori e concentrarsi a fare il segretario del Nuovo Centrodestra”. Mettere da parte Angelino? Non se ne parla nemmeno: “Sono pronto a dargli anche tre o quattro ministeri” ha sostenuto il segretario del Pd. Che fortuna.

Capitolo Berlusconi – “A giugno faremo la riforma della giustizia” ha dichiarato ieri il premier dopo le consultazioni. Sarebbe la quinta grande riforma dopo legge elettorale e istituzioni, fisco, lavoro e p.a. I giornalisti incuriositi gli hanno chiesto: c’è stata qualche richiesta specifica di Berlusconi? “No, nessuna richiesta – ha risposto Renzi -, non c’è alcun legame… Il tema della giustizia è anche le opere pubbliche bloccate al Tar, i problemi dei cittadini con l’amministrazione giudiziaria, la giustizia civile e non solamente quella penale”.

La soddisfazione – “Siamo entrati nel merito delle cose” ha riferito Renzi ai membri del Pd, e tra le cose sembra esserci anche la scelta dei ministri. Entro sabato, il premier incaricato dovrà portare al Quirinale i nomi dei possibili ministri sotto i quali Napolitano dovrebbe apporre la sua firma per la nomina. Metteranno da parte le acredini? Poi, lunedì, con la fiducia, il calvario di Renzi potrebbe finalmente finire. O cominciare…



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