Bergamo, neocatecumenale accusato di abusi su due ragazzini
Neocatecumenale accusato di aver abusato di due ragazzini durante i ritiri spirituali. Adesso i due, maggiorenni, hanno deciso di denunciarlo
Un incubo che sembra non avere mai fine: quello dei due ragazzini vittime degli abusi di un neocatecumenale di 38 anni. Questo godeva pienamente della fiducia dei due fratelli, appartenenti a una famiglia benestante di Bergamo. Il 38enne li portava spesso con lui nei ritiri spirituali dove abusava di loro, a quei tempi entrambi minorenni. Adesso i due ragazzini sono cresciuti e da maggiorenni hanno preso coscienza di quanto subito tempo fa. Hanno così deciso di sporgere denuncia ai danni dell’uomo. Proprio ieri, si è tenuto in aula di tribunale il processo che vede imputato G.F. , residente anche lui a Bergamo. A occuparsi del loro caso è il legale Francesca Longhi. A prendere le sue difese è, invece, l’avvocato Roberto Bruni. Il neocatecumenale era impegnato nel cammino, fin quando non è gli giunta la denuncia da parte dei due ragazzini. Si tratta di un percorso cattolico che trova le sue origini nel anni ’60, in Spagna. Il cammino consiste in una sorta di “ricerca della fede” e che vede coinvolte numerose famiglie della città, e che comprende ritiri spirituali, raduni nazionali e internazionali. E proprio in uno di questi ritiri, l’imputato aveva conosciuto i due ragazzi, allora rispettivamente di 13 e 16 anni, dei quali avrebbe successivamente abusato. L’incontro avvenne la prima volta nell’estate 2002 (ben 12 anni fa). L’uomo, a quei tempi fidanzato, svolgeva il ruolo di “guida” dei ragazzi che facevano parte del gruppo neocatecumenale.
I due fratelli per tre anni hanno sopportato l’incubo che li conduceva a non parlare, magari per la paura di non essere creduti. Secondo quanto racconta uno dei due fratelli, quello più grande, sembra che alcuni abusi siano stati consumati all’aperto, nei pressi di una spiazzale dietro un condominio, situato in una zona appartata di Bergamo. Il più piccolo, invece, ha raccontato di quanto accadesse dentro la vettura dell’uomo, e in particolare durante un viaggio tenutosi nel 2004, quando il “custode” lo avrebbe raggiunto negli ultimi posti del pullman per abusare di lui.