Sconti assicurazione auto: cosa c’è di vero
Facciamo chiarezza sulla questione degli sconti sull'assicurazione auto promessi dal governo: cos'altro si cela dietro lo sconto del 23% sulla polizza?
C’è confusione sul fronte assicurazioni auto e gli automobilisti vogliono conoscere nel dettaglio le previsioni normative sul famigerato sconto Rc. Perché l’opposizione ha bocciato l’iniziativa del Consiglio dei Ministri (che a quanto pare non si è arreso?).
Le norme su questo tema sono approdate in un disegno di legge ad hoc. Va detto che le possibilità che il disegno legge venga approvato dal Parlamento sono realisticamente parlando poche ma vediamo comunque nel dettaglio di cosa si tratta. Per gli automobilisti in pratica la promessa è di uno sconto sull’assicurazione auto del 23% (che su mille euro vuol dire 230 euro quindi uno sconto considerevole). Per chi fa applicare la scatola nera inoltre è previsto uno sconto del 7%: ma al netto dei costi per l’installazione il guadagno per il cliente in questo caso si vanifica. Un altro possibile sconto è previsto per chi opta per il “risarcimento in forma specifica”, cioè portando a far riparare la macchina da un carrozziere nominato dall’assicurazione e convenzionato (lo sconto in questo caso oscilla dal 5 al 10%). Ma per il cliente questo comporta il rischio di prezzi di riparazione maggiori. Ma andiamo avanti: un’altra opzione è quella di far riparare l’auto e poi lasciare che sia il carrozziere a trattare con la compagnia assicurativa (sconto del 4%). Infine per chi si rivolge ai medici convenzionati è previsto uno sconto del 7%. Ma anche in questo caso non sfugge la questione del conflitto di interessi e il rischio connesso di vanificare il guadagno ottenuto con gli sconti Rc auto. Pensateci: quale medico convenzionato con l’assicurazione vi diagnosticherà il colpo di frusta (o altri micro-danni di lieve entità ma molto diffusi in caso di sinistri automobilistici)? Nel disegno di legge invece non c’è alcun riferimento alla necessità di ostacolare oligopoli nel mercato (al momento controllato per due terzi dal trio Unipol/Fonsai, Allianz e Generali)