La compravendita dei parlamentari e il dovere morale di Grasso
Il Senato, nonostante il "no" della Presidenza, si costituirà parte civile per il processo che vede Silvio Berlusconi indagato per compravendita di parlamentari. Grasso si appella al dovere morale accogliendo le richieste dei giudici
A quanto pare, non solo l’Udc di Casini ha deciso di “viaggiare” assieme al Cavaliere in previsione di nuove (e da molti attesissime) elezioni. Anche i montiani sembrano aver avvalorato la causa del leader di Forza Italia. L’ufficio di Presidenza del Senato, grazie infatti ai voti di casiniani e montiani, ha deciso di non costituirsi parte civile nel processo che vede Silvio Berlusconi accusato di compravendita di parlamentari (ovvero corruzione). Tuttavia, un colpo di scena ha destabilizzato l’ambiente politico di centrodestra ed il Senato presiederà le udienze.
Andiamo con ordine. Intorno alle 16.oo di ieri, il Consiglio di Presidenza del Senato con il risultato di 10 a 8 ha deciso di non costituirsi parte civile nel processo di Napoli, che, ha detta di molti, è destinato a prescrizione sicura. Si tratta della compravendita dell’allora senatore De Gregorio, passato – secondo l’accusa – all’opposizione del Governo Prodi in cambio di 3 milioni di euro da parte di Silvio Berlusconi e Valter Lavitola. Tutto questo avveniva tra il 2006 e il 2007. Ieri, grazie ai decisivi voti dei senatori centristi Linda Lanzillotta (Sc), Antonio De Poli (Partito Popolare/casiniano) e Antonio Gentile (Ncd), la Presidenza ha preso la sua decisione in merito. Ma dopo poche ore, il colpo di scena.
Alle 20 circa, infatti, il presidente Pietro Grasso interviene spiazzando tutti e dicendo: “Seguire le udienze di Napoli è un dovere morale”, accogliendo quindi le richieste di magistrati e giudici. “Peccato – ironizza Marco Travaglio nel suo editoriale sulle pagine del Fatto – perché la scena di un processo per la compravendita di senatori senza il Senato sul banco delle vittime sarebbe stata il ritratto migliore della nostra politica”. Difficile dargli torto. Tuttavia, Grasso aveva già dal principio avvisato i senatori riferendogli che sì, avrebbe ascoltato l’orientamento, ma poi, sarebbe spettata comunque a lui la decisione. D’altronde 5 Stelle e Pd rappresentano la maggioranza…
L’attesa controffensiva – Pochi minuti dopo la decisione di Grasso, ecco arrivare come macigni i primi segnali della polemica. In primis, Maurizio Gasparri che dopo aver parlato di “teppismo istituzionale” appoggia coralmente il furente Brunetta che, ancora una volta, propina la sua minaccia: “Pacificazione a rischio!”
La prima udienza – La prima seduta con il nuovo collegio è stata fissata per mercoledì ma è possibile un aggiornamento. E, come anticipato prima, potrebbe scoppiare tutto in una bolla di sapone. L’odore di prescrizione è sempre più forte, scatterebbe nell’ottobre del 2015 ed entro quella data pare impossibile che si concludano i tre gradi di giudizio. Basti pensare all’astensione del presidente del collegio predeterminato Loredana Acerno per la prima udienza, perché moglie dell’ex procuratore capo di Bari Antonio Laudati, a sua volta indagato a Lecce con l’accusa di aver voluto favorire Giampaolo Tarantini. L’amico, nonché organizzatore delle feste di Berlusconi. Che dire, colpevole o non colpevole, ancora una volta stiamo mostrando tutti i nostri limiti quando si tratta di giustizia.