Attualità Italiana

Caso Aldrovandi: vicino il reintegro degli agenti, ma dovranno pagare 2 milioni di euro

Vicino il reintegro dei poliziotti condannati per aver ucciso Federico Aldrovandi. Pronto un corteo per dire no a Ferrara. Nel frattempo, la Corte dei Conti chiede ai quattro agenti circa 2 milioni di euro. Somma sborsata dallo Stato alla famiglia Aldrovandi nel 2010

Il reintegro di Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri è vicinissimo. I poliziotti che hanno ucciso Federico Aldrovandi sono pronti ad indossare nuovamente la divisa (non tutti per essere corretti), dopo aver scontato solo 6 mesi di detenzione per “eccesso colposo in omicidio colposo”. Sono pronti, tre su quattro, a tornare in servizio. Ora però, dovranno pagare.

Federico Aldrovandi è morto a 18 anni, il 25 settembre del 2005. È morto sotto i colpi di quattro poliziotti. Stava tornando da una discoteca. I quattro agenti vengono condannati in primo e secondo grado per omicidio colposo e il 21 giugno del 2012 arriva anche la conferma della Cassazione e la condanna a 3 anni e 6 mesi. Dopo la Cassazione, il Tribunale di Sorveglianza infligge agli agenti solo 6 mesi di carcere per la gravità e il mancato ravvedimento. Nonostante la comprovata inadeguatezza dell’intervento sanzionata nei processi, tre dei quattro agenti torneranno in servizio. Tra di loro, solo Paolo Forlani si è tirato indietro. Il suo avvocato ha fatto sapere che il suo assistito “ha una nevrosi reattiva anche per il dolore della morte del ragazzo”.

Nel 2010 il Ministero dell’Interno ha versato alla famiglia Aldrovandi due milioni di euro di risarcimento per la morte di Federico. Ora la Corte dei Conti chiede che la stessa somma sia versata dai colpevoli dell’omicidio: “Sono gli agenti dell’Alfa 3 che devono pagare, gli agenti che quella mattina di settembre intervennero in una strada di Ferrara, dove un ragazzo tornato da una discoteca in stato d’agitazione, morì sotto i colpi di manganellate e calci, schiacciato a terra mentre chiedeva aiuto. Aldrovandi non poteva e non doveva essere affrontato con modalità violente – spiegano i giudici della Corte d’Appello di Bologna – sarebbe stato necessario dare corso ad un approccio medico-psichiatrico e non di tipo poliziesco-repressivo”.

La sanzione – Un milione e 870 mila euro da dividere per quattro. Una sanzione richiesta proprio mentre tre dei quattro agenti imputati stanno per tornare in servizio. In sostanza, la Procura della Corte dei Conti di Bologna vuole indietro i soldi sborsati alla famiglia della vittima nel 2010. Li vuole però restituiti dagli agenti.

L’incubo dei poliziotti – A preoccupare i poliziotti non è solo la possibile pesantissima sanzione. Ferrara si sta mobilitando, guidata dalla madre-simbolo Patrizia Moretti, ed è pronta a manifestare contro il loro reintegro: “Sappiamo che tornano in servizio – spiega la madre di Federico – ma a me interessa relativamente. Mi scandalizza che abbiano ancora un lavoro, mentre tante altre persone non ce l’hanno per la crisi. Ma non sono io a decidere. Mi hanno strappato mio figlio? Allora, che l’amministrazione si attrezzi affinché non accada più. Non chiedo la radiazione – ha precisato la Moretti – ma che non abbiano più le prerogative degli agenti, come quella di portare armi e di fare servizio tra la gente. Poi, sulla decisione della Corte dice: “Quelli il danno lo avrebbero dovuto pagare lo stesso, lo Stato ha solo anticipato la somma”. Il 15 febbraio è stato indetto un corteo per dire no al loro reintegro.

 



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