Imu-Bankitalia, Boldrini: Il presidente della camera non può separare i decreti
Il presidente della Camera, Laura Boldrini, è intervenuta sulla vicenda Imu-Bankitalia, difendendo il proprio operato
Laura Boldrini non ci sta. Finita nell’occhio del ciclone per la ‘ghigliottina‘ utilizzata nella discussione del decreto legge Imu-Bankitalia, la presidente della Camera ha ribadito di avere la coscienza a posto. Così invece non la pensano i parlamentari che l’hanno aspramente criticata, su tutti quelli appartenenti al Movimento 5 Stelle secondo i quali grazie a questo decreto il governo regalerà alle banche 7 miliardi. La Boldrini ha parlato della vicenda Imu-Bankitalia nel video settimanale sui lavori del Parlamento.
La presidente della Camera dei deputati, a pochi giorni da quello che per molti è stato un vero e proprio scandalo democratico, al punto che si è parlato di morte della repubblica, è tornata su una vicenda che rischia di minare la sua immagine di difensore delle istituzioni. La Boldrini ha dichiarato: “Sento di aver fatto sinceramente la cosa giusta”. La decisione di utilizzare la ‘ghigliottina’, per evitare di sforare la mezzanotte e vedere decadere il decreto, secondo il presidente della Camera è stata inevitabile: “Avrei dovuto separare la parte dell’Imu da quella riguardante la Banca d’Italia – ha proseguito Laura Boldrini -. Già, peccato che ciò non è nelle facoltà del presidente della Camera. Io mi sono assunta le responsabilità che mi competono come presidente, ma mi sono assunta responabilità anche non mie’‘.
Per la Boldrini, dalle opposizioni è arrivato soltanto un atteggiamento di chiusura e di oltranzismo: ”Se siamo arrivati a questo punto – ha aggiunto – è certamente per l’oltranzismo cieco di qualche opposizione, ma pesa anche il fatto che il Parlamento debba fare i conti, da tempo, con un numero molto elevato di decreti”. Sulla questione della grosse mole dei decreti (che secondo la costituzione il Governo dovrebbe inviare al Parlamento soltanto in casi di urgenza), il presidente della Camera ha detto di aver inviato una lettera a Letta “nella quale si chiede di valutare con particolare rigore il ricorso ai decreti legge, il cui numero molto elevato mette in difficoltà il normale svolgimento dei lavori“.