Attualità Italiana

Giustizia, Cancellieri: Solo le riforme possibili sono utili

Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, è tornata a parlare oggi di riforma della giustizia: Non cerco consenso unanime, ma mi impegno

Riformare la giustizia è un’urgenza, ma le riforme possibili non sono sempre le migliori. È questa la sintesi del pensiero del ministor della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, che ha parlato oggi in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dei penalisti italiani. La Cancellieri ha dichiarato di non pretendere di ricevere consenso unanime, ma di impegnarsi affinché le riforme possano trovare condizioni di accettabilità.
Criticata aspramente negli scorsi mesi per come ha gestito la vicenda di Giulia Ligresti, accusata di fare favoritismi e trascurare gli interessi della collettività, il ministro Cancellieri è tornato oggi a parlare da Firenze: “Le riforme possibili non sono quelle migliori, assumendo in questa definizione – va da sé – un punto di vista spiccatamente soggettivo, ma sono quelle che danno le maggiori garanzie di buon funzionamento” ha dichiarato il Guardasigilli.
La Cancellieri ha aggiunto: “Non pretendo e non ricerco consenso a tutti i costi, ma mi impegno affinché le riforme trovino condizioni indispensabili di complessiva accettabilità“.
Nelle parole del ministro della Giustizia, l’accento è posto sul realismo: “Mi sento di affermare – ha spiegato la Cancellieri – che solo le riforme possibili, intese nel senso che ho appena esposto, sono le riforme utili e giuste perché magari hanno sacrificato qualche aspetto di maggiore apprezzabilità tecnica, ma ciò hanno fatto in nome di un rafforzamento della capacità di cambiare realmente l’esistente in un contesto di accresciuta partecipazione democratica”.
Sull’urgenza di riformare il sistema giudiziario, il Guardasigilli non ha glissato: “Nessuno può seriamente dubitare che la giustizia penale abbia bisogno di innovazioni significative“. Una battuta anche sull’emergenza carceri: “Sull’indulto – ha chiusato la Cancellieri – è il Parlamento a decidere“.



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