Attualità Italiana

Palermo choc: maestra puniva e umiliava gli alunni

Una maestra del palermitano è stata sospesa con l'accusa di maltrattamenti nei confronti dei propri alunni

Una maestra della scuola elementare di Palazzo Adriano, in provincia di Palermo, è stata sospesa dal lavoro a causa di pesantissime accuse per maltrattamenti: secondo alcuni video, infatti, sembra che la donne avesse l’abitudine di punire e umiliare i propri alunni.

La notizia davvero sconvolgente è arrivata dalla Sicilia e, più precisamente, da Palazzo Adriano. Una maestra della scuola elementare del palermitano sarebbe stata sospesa perché applicava punizioni molto severe ai suoi alunni, che venivano messi alla gogna davanti ai compagni.

La donna utilizzava dei metodi piuttosto eccessivi nei confronti dei bambini: se gli alunni si dimostravano indisciplinati, venivano lasciati per diverso tempo in ginocchio con le braccia dritte avanti a sé e la faccia rivolta al muro o contro la lavagna. Nel frattempo, i compagni li prendevano in giro.

Ma questa era solo una delle punizioni che la maestra utilizzava: a quanto pare alcuni bambini sarebbero stati messi in castigo in uno stanzino della scuola oppure chiusi fuori da balcone.

Le indagini avrebbero preso il via qualche mese fa, dopo la denuncia da parte di una mamma preoccupata per questi maltrattamenti che la maestra sottoponeva al suo bambino. Le indagini della polizia di Corleone avrebbero dimostrato come la maestra propendesse per l’utilizzo di castighi giustificati e sproporzionati nei confronti dei propri alunni che, in realtà, non commettevano azioni particolarmente pericolose.

La Procura di Termini Imerese avrebbe disposto un’accusa nei confronti della donna di 52 anni per maltrattamenti. La sospensione dal lavoro è arrivata immediatamente ma la polizia continua ad indagare per verificare le denunce. Sebbene gli alunni intervistati avrebbero ammesso tutti questi comportamenti da parte della maestra, la donna ha sempre fatto sapere tramite il suo legale che i fatti sono del tutto inventati e, quindi, che questa accusa non sarebbe giusta.

Non rimane che scoprire a chi credere. Nel frattempo le indagini proseguono.



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