Legge elettorale, Brunetta: Se la facciamo, poi andiamo subito al voto
Renato Brunetta, parlamentare di Forza Italia, ha dichiarato che se si arriverà all'accordo per la legge elettorale, poi si andrà al voto. Replica piccata da parte del Pd: Non sono questi i patti
Al valzer di polemiche attorno alla legge elettorale partecipa anche Renato Brunetta. L’onorevole di Forza Italia ha oggi presentato a Lucia Annunziata, nel corso della trasmissione “In mezz’Ora”, un’ipotesi che fino a oggi era stata lasciata in disparte: se si fa la legge elettorale, subito dopo si va al voto.
Brunetta ha così sconfessato la base dell’accordo stipulato in maniera più o meno informale tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: “Se si fa la legge elettorale si va a votare. Quando si carica una pistola è probabile che poi spari” sono state le parole del parlamentare.
Non si è fatta attendere la risposta da parte del Partito Democratico, che in una nota firmata dai componenti della Commissione Affari Costituzionali hanno esternato preoccupazione davanti alle parole di Brunetta, perché “la legge elettorale è legata alla riforma del Titolo V e a quella del Senato”.
Emanuele Fiano, capogruppo del Pd nella commissione, ha dichiarato: “Il gruppo del Pd della commissione Affari costituzionali esprime preoccupazione per le dichiarazioni dell’on. Renato Brunetta (si approva legge elettorale e si va a votare) che contraddice in modo eclatante la base dell’accordo sulle riforme“.
Il democratico ha aggiunto: “Forza Italia a questo punto deve fare chiarezza se intende andare avanti sul progetto di riforma o se sfilarsi. Il Pd vuole andare avanti con determinazione, chiedendo a tutti serietà e coerenza, verificando la possibilità di migliorare il testo base con la condivisione dei gruppi che hanno presentato la proposta di legge e, se possibile, con il coinvolgimento di altri”. Risposta ironica, invece, quella di Lorenzo Guerini: “Forse Berlusconi non ha avuto il tempo di informare Brunetta che l’accordo prevede legge elettorale, superamento del senato e riforma del titolo V. Il capogruppo – ha aggiunto Guerini – plachi i suoi bollenti spiriti: nessuna corsa al voto, prima vengono le modifiche costituzionali di cui il Paese ha urgente bisogno e su cui siamo impegnati”.