Buoni fruttiferi postali: investire con le Poste conviene per il 2014?
I buoni fruttiferi postali emessi per il 2014 sono molto gettonati come forma di risparmio perchè offrono estrema sicurezza. Ma sono anche convenienti? Dipende anche dalla forma di emissione prescelta
Tra le modalità di investimento possibili nel 2014 per piccoli risparmiatori ci sono i Buoni Fruttiferi Postali (Bfp). Si tratta di una forma di investimento relativamente sicura visto che gli italiani vi hanno già destinato in totale circa 200 miliardi di euro di risparmi.
La sicurezza, che è la maggiore attrattiva dei buoni, dipende dal fatto che sono garantiti dallo stato (in ogni momento è possibile richiedere la restituzione del capitale investito)
Quelli emessi per l’anno in corso, e collocati sul mercato dagli sportelli del gruppo Poste Italiane, sono convenienti? Quanto rendono?
Sappiamo che i Bfp costano poco o nulla, eccezion fatta per le tasse. Il prelievo fiscale ammonta a circa il 12,5% annuo (lo stesso dei titoli di stato) ed è più basso di quello su altri prodotti finanziari. A questo si aggiunge un’imposta di bollo dello 0,2%
Le emissioni oggi disponibili sul mercato sono di 12 tipi diversi. Le tre categorie più idonee a chi cerca un deposito nel breve e medio periodo sono: i buoni postali a 18 mesi, quelli per l’impresa (riservati alle aziende) e i Bfp Renditalia (che offrono gli stessi interessi dei Bot a sei mesi). I rendimenti non sono alti. Chi aspira a entrate più consistenti deve guardare ai Bfp Ordinari , i Bfp dedicati ai minori e i Bfp 3×4. Pensiamo ad esempio a dei fondi accumulati per la pensione.
Se invece il principale obiettivo è quello di tutelare il proprio patrimonio dall’aumento dei prezzi e del costo della vita, i prodotti più indicati sono certamente i Buoni Fruttiferi Postali indicizzati all’inflazione. Questi ultimi infatti assicurano un rendimento annuo pari al caro-vita fatto registrare in Italia, più un interesse extra dello 0,75% lordo. Basti pensare che dal 2005 nel nostro Paese il costo della vita è rincarato in via generale del 20%, per rendersi conto dell’influenza che questo possa avere su grandi somme di denaro.