Processo Mediaset: Berlusconi ai servizi sociali, fissata la data dell’udienza
Istanza della difesa di Berlusconi vagliata dai giudici e udienza fissata per questa primavera. Grazie al condono e all'attuale legge, potrebbero bastare dieci mesi per scontare la pena
È stata fissata in data 10 aprile l’udienza in cui il giudice di Sorveglianza di Milano deciderà se Silvio Berlusconi sarà affidato ai servizi sociali. Il leader di Forza Italia, dopo la condanna in via definitiva a 4 anni per frode fiscale nel processo Mediaset, dovrà scontare solo un anno (forse meno), grazie al condono dell’indulto.
Quella “evasione fiscale notevolissima” (parole degli inquirenti) avvenuta tramite una lunga catena di intermediari e società schermo che avrebbero permesso di aumentare notevolmente i costi d’acquisto dei diritti dei film da trasmettere poi in tv per creare fondi neri, potrebbe costare a Silvio Berlusconi solo 10 mesi e mezzo di affidamento ai servizi sociali. Questo grazie all’età, all’indulto e all’attuale legge (che condona altri 45 giorni di condanna).
La richiesta della difesa, presentata lo scorso 11 ottobre e depositata in Tribunale a Milano dai legali del Cavaliere, auspica quindi l’affidamento ai servizi sociali in prova, una delle “classiche” misure alternative al carcere. La decisione travagliata è arrivata (tutti se lo aspettavano) dopo diversi colpi di scena, o di teatro, del Cavaliere. Berlusconi infatti, ad un certo punto, dichiarandosi innocente, aveva affermato: “Preferito andare in carcere”. Poi però, come per magia, ecco la richiesta ufficiale. Se l’istanza non fosse stata presentata, il leader di Forza Italia avrebbe scontato il suo anno (o i suoi dieci mesi e mezzo) ai domiciliari.
L’udienza è stata quindi fissata per giovedì 10 aprile, nel pomeriggio, alle ore 17. Il collegio dovrebbe essere formato dal presidente del Tribunale di Sorveglianza Pasquale Nobile De Santis e dal giudice Crosti. Dopo l’udienza i magistrati avranno cinque giorni di tempo per emettere il provvedimento di accoglimento o meno dell’istanza depositata dagli avvocati del Cavaliere, Franco Coppi e Niccolò Ghedini.
Le cifre della truffa e le parole dei Magistrati – 17,5 miliardi di lire nel 2000; 6,6 milioni di euro nel 2001, circa 4 milioni nel 2002, e circa 2 milioni nel 2003. “Non è sostenibile che la società abbia subito truffe per oltre un ventennio senza neanche accorgersene”. “Berlusconi – hanno affermato i giudici – era il dominus indiscusso e c’è stato un preciso progetto di evasione esplicato in un arco temporale ampio e con modalità sofisticate. Il sistema dei diritti tv aveva un duplice fine: una imponente evasione fiscale e la fuoriuscita di denaro a favore di Silvio Berlusconi che rimane al vertice della gestione dei diritti e del meccanismo fraudolento anche dopo la discesa in campo, perché non c’era un altro soggetto a gestire il sistema di frode.
Durante il processo sui diritti Mediaset che, tra infinite consulenze e liste di testimoni, ha impiegato quasi sei anni di dibattimento (impossibile non menzionare il Lodo Alfano, il Legittimo impedimento e perché no l’uveite), i giudici hanno inflitto tre anni anche al produttore cinematografico Frank Agrama, considerato dalla Procura di Milano il “socio occulto” e “vero mandatario” del Cavaliere in questa gigantesca truffa al Fisco. Ma come si suol dire: di come sconterà la pena Agrama non glie ne frega niente a nessuno…